SOVVERSIVI INSEGNAMENTI

31 Dic 2016 @ 9:45 PM

Lezioni condivise 119 – Geo “alla cerca” di uno spazio.

Lo studio della geografia, già di per se complesso, è reso sorprendente, non da oggi, ma anche oggi, dall’essere scienza alla ricerca di spazi, già di per se paradossale per la disciplina dello spazio, della terra. Riesce perfino difficile credere che discipline così popolari, per quanto digeste o indigeste, a seconda dei gusti, possano trovarsi nelle condizioni di trovare nuovi spazi, non li hanno? Il cammino della scienza è appunto un movimento, esso smembra, crea nuove discipline che finiscono per prendere il sopravvento su altre, ti tolgono lo spazio, lo fanno proprio, ti svuotano…

Pare un discorso piuttosto inverosimile, lo è per noi gente comune, non lo è dove si consumano le “battaglie” scientifiche o pseudo tali… E ci sarà una ragione se qualche anno fa divenne quasi di pubblico dominio che l’insegnamento della geografia sarebbe dovuto sparire dalle scuole di grado inferiore, per essere accorpato probabilmente in qualche altra materia o smembrato in più di una.

Mi rendo conto che tra storia, economia, geologia, scienze umane e fisiche, antropologia, linguistica e via dicendo, gli spazi si siano ristretti, ma direi in riferimento a studi superiori, non alla scuola dell’obbligo.

Che fa allora la geografia, o meglio i geografi, se ancora così li possiamo chiamare; invadono a loro volta spazi? e non è che così si possa fare chiarezza. Già possiamo osservare che in differenti insegnamenti universitari si studiano argomenti simili, questo non è di per se negativo, anzi, studiare uno stesso argomento da diversi punti di vista, con approfondimenti differenti, può essere altamente formativo e specializzante.

E fin qui parliamo della scienza in se; nella politica delle scienze la situazione diventa cronaca, gli atenei esibiscono neppure troppo velatamente guerre tra dipartimenti e interdipartimenti, fino allo scontro personale, fino a contendersi gli studenti e adottare conflitti che potremmo immaginarci tra bancari o in una redazione giornalistica, piuttosto che in una università.

Eppure meditare di eliminare la geografia sembra impensabile, la scienza della terra, dello spazio in cui viviamo, se proprio fosse necessario ci sarebbero studi molto più vaghi e generici, non riesco a pensare che sia la geografia a dover cercare spazi. La scienza deve inseguire un po’ di logica: storia e geografia, tempo e spazio, che spesso si intersecano, ma sono l’elementare primitiva distinzione.

La Storia come totalità della vita umana, la geografia come sede in cui essa si svolge. Non è tutto così semplice in realtà, né si può tornare all’errore della divisione netta tra le scienze, la scienza moderna “predica” l’interazione, l’epistemologia, la cui applicazione distorta porta poi agli effetti anzidetti. Il sorgere di un problema non dovrebbe mai essere risolto moltiplicando i problemi all’infinito, fino al caos.

Così una inventiva, una visione anche eccezionale dello spazio e del tempo, quasi inimitabile, come quella di Fernand Braudel, riaccende la polemica: era storico o geografo? Entrambe le cose, perché solo storico e non anche poeta… Siamo alla banalizzazione dolosa delle discipline di studio.

Quando arriveremo a discernere di Geografia storica (tra complessità, interesse e assestamenti sottili), potremo anche scoprire che è più importante l’oggetto di studio del nome in cui viene racchiuso.

In realtà in questi anni c’è stato perfino qualcunƏ che ha tentato di mettere sotto attacco la Storia, gente inconsistente per fortuna, quellƏ che imaginano tunnel infiniti ove passano gli elettroni o roba simile, specie di micro-gasodotti scavati all’insaputa di chiunque… La Storia non è nemica di nessuno, riporta i fatti del tempo vissuto dall’uomo, ma la Storia a volte è percepita come il tuo avversario, scienza che ti opprime e che autorevolmente si pone in una posizione di disturbo rispetto alle scienze umane e anche rispetto a quelle fisico naturalistiche. E questo non è detto da gente qualsiasi, si mettono in moto filosofi per giudicare le scienze e chi le muove, il confine tra soggettività e oggettività è sempre vago, come il giudizio su tesi interessanti e non.

L’ambito di ricerca della storia è stato lo stesso di altre scienze dello spirito (filosofia e altre), questo sotto certi aspetti è naturale, tuttavia gli storicisti si posero il problema della necessità di differenziarsi, di centrare un particolare, anzi essere la scienza del particolare, lasciando alle altre scienze umane un ruolo più generale, delle ripetitività. Questa dicotomia è passata nel mondo scientifico: Storia come particolarità, totalità della vita umana, dell’azione e del pensiero; le altre scienze umane e fisiche, relative alla generalità. L’evento storico allora viene definito da tre caratteri peculiari: unicità (irrepeatability): ogni evento storico è definito nello spazio e nel tempo perciò è irripetibile; correlazione: ogni evento storico è correlato con un altro fatto o evento storico, dunque i fatti storici sono correlati tra loro; significato: capacità di apportare modificazioni, dunque, senso dell’evento. Gli storicisti devono distinguere anche per opportunità pratica, per la contrapposizione che c’è tra scienze umane e scienze fisiche per avere maggiore potere contrattuale da parte dei docenti, borse di studio e via dicendo, dunque necessità anche pratiche.

Wilhelm Windelband (1848-1915) e Wilhelm Dilthey (1833-1911), filosofi, sono tra i maggiori esponenti della scuola storicista di Heidelberg (detta anche scuola del Baden). I due storicisti fanno la migliore teorizzazione della differenza tra le scienze naturali e dello spirito. Nelle scienze naturali, il soggetto della conoscenza è esterno (diverso) dall’oggetto della conoscenza. L’uomo si pone in relazione con qualcosa di diverso da lui che apprende per conoscenza causale: metodo induttivo o empirico. Nelle scienze storiche il rapporto con la storia da parte dell’uomo e nello stesso tempo anche oggetto della conoscenza; l’uomo è compreso nella realtà storica, che deve essere studiata dall’uomo stesso.

La comprensione della realtà storica per Dilthey avveniva attraverso un’analisi dell’uomo come individuo (psicologia). Prima occorre partire da una base psicologica, conoscenza dell’uomo, poi dal suo ruolo di animale sociale.

Dilthey, fondatore dello storicismo tedesco, nell’Introduzione alle scienze dello spirito delineò le differenze dell’oggetto di indagine delle scienze dello spirito rispetto a quello delle scienze naturali.

Riaffermò l’importanza della storicità nella scoperta dell’influenza delle cause sociali sulla formazione dell’uomo e del mondo, e sostenne il primato e l’autonomia dei fatti nella storia.

Mentre le scienze naturali tendono a rivelare le uniformità del mondo grazie al loro oggetto che è esterno all’uomo e viene compreso attraverso la spiegazione di un fenomeno, le scienze dello spirito tendono a vedere l’universale nel particolare indagando all’interno dell’uomo e sono capaci di comprendere un fenomeno.

Nell’opera Il contributo allo studio dell’individualità, Dilthey afferma che l’oggetto del comprendere è l’individualità. Negli Studi per la fondazione delle scienze dello spirito e nella Costruzione del mondo storico lo stesso Dilthey afferma: “Il comprendere è il ritrovamento dell’io nel tu”.

Per Dilthey il processo della comprensione risiede all’interno delle scienze dello spirito, e il comprendere non è un comportamento teorico, ma il rapporto che l’uomo intrattiene con sé stesso. Spiegare e comprendere sono solo due diverse direzioni della coscienza che giungono a costituire due differenti categorie di oggetti (agli oggetti dello spiegare corrispondono le scienze empiriche; agli oggetti del comprendere, le scienze storico-sociali). L’ermeneutica.

Windelband è più preciso di Dilthey: egli pone una differenza tra scienze nomotetiche (nomos e regola, legge), generalizzanti, che tendono a scoprire il funzionamento del mondo fisico, causalmente (secondo il rapporto di causa ed effetto) e scienze idiografiche (idios, individuo), individualizzanti, che puntano a cogliere il particolare, l’irripetibile, unico, originale, circoscritto nello spazio e nel tempo, che deve essere compreso e non spiegato causalmente.

Questa distinzione la fa in Storia e scienza della natura (1894), le nomotetiche (dal greco nómos e thetikós: «che stabilisce leggi») e le idiografiche (dal greco ídios e graphikós: «che descrive il particolare»: le prime sono le scienze della natura che, descrivendo fenomeni che si ripetono esattamente nelle stesse condizioni, possono formulare «leggi» generali, mentre le seconde sono le scienze storiche che, studiando fenomeni che accadono una volta sola, unici, non ripetibili e particolari, non formulano leggi generali, ma esprimono «figure» individuate dal loro «valore» (ad esempio, immagine idiografica), perché «solo ciò che è unico ha valore». Storia di valori, dunque.

La filosofia in quanto scienza critica della storia esprime giudizi di valore, o critici, ovvero esprime le relazioni tra i fatti e la coscienza giudicante, acquisendo validità oggettiva. Il suo compito è stabilire le «norme» sulle quali si fondano i tre giudizi critici fondamentali (valori universali): il giudizio logico, il giudizio etico e il giudizio estetico, ovvero della “coscienza normale” o normativa.

Le idee dei due entrano nella riflessione geografica grazie a Alfred Hettner. Egli ha una visione moderna della geografia che condivide in pieno le tesi storiciste, ma non ha trovato seguito. Per Hettner la geografia è un modo per osservare la realtà. Tutta la storia produce variazioni nello spazio e nel territorio. E’ la storia che produce spazio (Kant: non esiste nè spazio nè tempo, se non quello che noi viviamo – viriamo, dalla nostra mente). L’elaborazione concettuale geografica, nel tentativo di fare ordine, diventa piuttosto oscura ed è una posizione pericolosa perché condividendo le tesi storiciste mette in pericolo l’esistenza della geografia stessa, in favore della storia (in ambito accademico) che si fa forte del rischio di suo stesso smembramento.

Siamo a concezioni sostanzialmente filosofiche. Hettner, in uno dei tentativi di salvataggio, opta per il regionalismo (benché non fosse una novità), in senso di spazio, di definire l’irripetibile, l’unico, l’originale. Egli riteneva lo spazio un prodotto della storia, che nel presente veniva esercitato dall’uomo nel suo spazio vitale. Egli si è occupato intensamente di geografia del paesaggio. Ramo dell’insegnamento fondato nel 1919 da Siegfried Passarge, perché ci fosse uno sviluppo rispetto all’approccio meramente morfologico, verso orografia, geologia, geomorfologia, climatologia, della flora e della fauna. Egli ha valutato i precedenti Länderkunde (studi nazionali) più che sufficienti, benché contraddicano Passarge per una coreografica visione del paesaggio: corrispondente a una scala compartimentazione di Erdräume (spazi terrestri), divisioni dimensionali tra continente, paese, paesaggio e, infine, località, la più piccola unità di classificazione dimensionale, intendendo come tale un limitato spazio territoriale, ove avvengono modifiche temporali (per lo storico), nello spazio (per il geografo), ad esempio la viticoltura, soggetta a nuove tecniche e modifiche nel tempo e nello spazio.

Hettner ha aggiornato molto questi concetti, specie quello corologico, lo studio dei luoghi e delle regioni, un concetto che ha influenzato sia Carl O. Sauer che Richard Hartshorne.  Lo stesso Alfred Hettner ha pubblicato nel 1907 il libro L’Europa, ove sostiene che la geografia è una scienza corologica (studio della distribuzione geografica di organismi viventi) e si basa sullo studio di regioni. Ha respinto l’idea che la geografia può essere o generale o regionale. Anche la Geografia come gli altri campi del sapere, deve fare i conti con la relazione tra unico e universale, regionale e generale, ma lo studio delle regioni è il campo principale della geografia.

(Geografia – 21.1.1998) MP

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SOVVERSIVI INSEGNAMENTI
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ashlyn
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Inviato il 09/01/2017 alle 00:30
How come all the cool girls are…?

DOMUS DE LÀDIRI

31 Ott 2016 @ 11:48 PM

Lezioni condivise 117 – La dimora rurale

Trattare di Geografia nel XX secolo dava alla mente, al ragionamento, alla concentrazione sull’oggetto, come l’impressione di uno sballottamento in mare su una zattera o su una barchetta che tiene a stento l’onda, come se i geografi fossero ancora suggestionati dalla poesia di Braudel – da loro conteso agli storici -,  e avessero un approccio metapoetico alla materia. La disciplina, in cerca di spazio da oltre un secolo, trovò poi identità nella frammentazione e più che assestarsi, galleggiava, tra movimento, divenire e il rischio di essere assorbita da altre discipline più forti, come la filosofia, la storia e le scienze naturali, che a mala pena gli avrebbero lasciato la topografia e poco altro.

Nello sforzo di trovare alla geografia una collocazione come scienza, Arrigo Lorenzi (docente all’Università di Padova e antifascista), al Congresso geografico italiano di Bologna del 1947, sancì l’esistenza di linguaggi diversi tra geografi e distinse la disciplina in fisica, economica e antropica. Cessò così (teoricamente) la Geografia come corpo unitario.

Secondo Lorenzi, la vera conoscenza di una regione quale associazione di fenomeni naturali e umani, deve individuare il nesso intimo che esiste tra i diversi fatti che costituiscono una comunità. In un territorio aspetti geomorfologici e climatici sono inseparabili dalla storia dell’agricoltura, l’azione della natura, l’opera dell’uomo e si combinano. Il cenno alle abitazioni rurali e la loro forma, le scelte insediative e i loro caratteri storici, sembra così attribuire alla ricerca naturalistica il valore di premessa agli studi “oicografici”, cioè sulle case rustiche, e quindi le “correlazioni” tra uomo e ambiente, che in tal modo si rivelano quale momento essenziale della ricerca geografica.

Il discorso sull’incivilimento che guiderà gli studi antropogeografici è così impostato, ma è importante cogliere la progressione delle indagini di Lorenzi, dove l’osservazione naturalistica è sempre finalizzata al progresso delle condizioni civili della regione. La sua prima produzione è dominata dalla figura e dalla proposta scientifica di Giovanni Marinelli (studioso delle abitazioni friulane, le “casere” sul mare, dunque case rurali tradizionali, spie di trasformazioni culturali in atto); la successiva, quella che culmina con gli Studi sui tipi antropogeografici della pianura padana, pur fortemente autonoma, tiene in massimo conto i suggerimenti di Olinto Marinelli (figlio di Giovanni; fautore dell’unità organica della geografia come scienza e metodo, sostenitore dell’esplorazione diretta e della cartografia) da cui deriva anche l’interesse per l’antropogeografia di Friedrich Ratzel (leader del determinismo geografico e autore dell’espressione spazio vitale) e l’attenzione per il metodo genetico (evoluzione del paesaggio come ciclo geografico) di William Morris Davis. Sono tuttavia indicazioni rimeditate e rielaborate secondo il pensiero positivista di Roberto Ardirò (la cui filosofia è basata sui fatti e sull’argomentazione induttiva, contro le deduzioni a priori, metafisiche, che non hanno fondamento nell’esperienza; senza certezze definitive, ma riformulabili come le teorie scientifiche: un “naturalismo” evoluzionistico o realismo positivo, non riduzionista), ma soprattutto secondo il modello cattaniano di geografia (vista come scienza umanistica, che si manifesta sotto forma di pensiero di programmazione regionale. Un geoumanesimo in rapporto fra le condizioni naturali e l’ opera dell’ uomo in ambito locale).

I fatti e fenomeni osservati dal viaggiatore-geografo sono inseriti in una precisa visione del progresso, comparando sistematicamente condizioni civili e materiali delle campagne che viene visitando. L’individualità economico-agraria del “tipo delle risaie piemontesi” ha, per esempio, unificato unità naturali tra loro diverse. I tetti di segale e canne palustri nel “tipo delle recenti bonifiche meccaniche” vanno, infatti, scomparendo per “miracolo di scienza umana”. Attribuisce l’estinguersi delle case con tetti di paglia del “tipo dei magredi del Friuli occidentale” all’emigrazione temporanea e non all’attività dei governi. Il paesaggio rurale è “correlazione fisicoantropica” della geografica friulana. Fondamentale la conclusione di Lorenzi secondo cui l’ideale di patria “degenera quando non si rispetta lo stesso sentimento negli uomini di un’altra comunione e si vuole sopraffarli”.

A livello europeo la disunità della materia riguarda anche le varie scuole: la francese (deterministica, principio di causalità: nulla è casuale) con Paul Vidal e gli Annales, la tedesca (paesaggistica) con Friedrich Ratzel e l’italiana (regionalistica). Si tratta di approssimazioni tra incontri, derivazioni e tagli netti, in cui si è inserito, per trarne vantaggi, anche il nazismo.

Per i tedeschi il paesaggio non è più il prodotto di fattori climatici, naturalistici o altro, ma il luogo ove agisce l’uomo (Ratzel). Tesi maldestramente accolta nel Mein Kampf di Hitler per giustificare la tesi della diversità biologica delle razze umane.

In occasione del Congresso geografico internazionale del 1925 tenutosi a Il Cairo, dagli allievi di Paul Vidal De La Blache e dagli Annales, nascerà la Geografia storica (1924-1926).

In quella circostanza, Jean Demangeot, francese e Renato Biasutti, italiano, proposero gli studi sulla dimora rurale, riconoscendo ai villaggi e alle proprie dimore importanza antropologica per la relazione tra quella società e le sue abitazioni. Demangeot negò che il geografo debba occuparsi di geografia urbana in quanto nelle città viene a mancare la natura, l’ambiente.

In Sardegna si studiava, in particolare, la differenziazione tra le dimore rurali; tra casa campidanese (in làdiri) e barbaricina (in pietra), nonché l’estensione orizzontale o verticale. Anche il contadino può avere l’esigenza di un abbellimento, di una distinzione. Le dimore rurali vengono studiate anche secondo diversi parametri (altitudine, longitudine, distanze…). Esse si differenziano anche su parametri antropologici ed etnici.

Renè De Planc studiò in Umbria e là riconobbe la proiezione della città sulla campagna perché, sostiene, dalla città ci si proietta sulla campagna.

In Italia i geografi non si costituiscono in equipe. Appare loro più facile studiare secondo le ripartizioni amministrative, invece che geofisiche naturali. Eppure le ripartizioni amministrative non hanno giustificazione geografica, sociale e storica. La loro scelta come base di studio è discutibile. Gli studi vanno molto a rilento in Italia, perché la geografia evolve, vengono superati discorsi già programmati e si lavora su parametri vecchi.

In Francia il discorso si insterilisce e prevale l’aspetto economico-funzionale, come attrezzo, come un aratro, un carro…

Alcuni allievi di Vidal entrano a far parte del circolo degli Annales, si distinguono Demangeot, De Montour (fisico), Maximilien Sorrìs; essi si dedicano allo studio del paesaggio. Fare geografia, indagare per comprendere la geografia e anche la storia, le condizioni storiche delle regioni geografiche, che in Francia sono un’ottantina e furono individuate durante la Rivoluzione Francese su criteri fisico-geografici. Ciò ha dato luogo a un’unità fisica e sociale e trovò spazio anche in Italia alla fine della II guerra mondiale, quando ormai in Francia questo pensiero stava tramontando.

L’indagine consiste in una ricognizione sul campo di una regione per studiarne montagne, corsi d’acqua, tradizioni popolari, storia e via dicendo. Dopodichè si stabilivano le interconnessioni tra i vari aspetti, fino a pervenire alla differenziazione regionale, non solo fisica, ma anche di interazione tra uomo e ambiente. L’uomo si adatta all’ambiente fisico, secondo Ratzel e dispone dell’organizzazione degli elementi della natura (Vidal).

Il geografo tout-court deve interessarsi degli uomini, dunque le zone spopolate non appartengono alla geografia, ma alla fisica, perché non c’è società, non c’è uomo che vi interagisca.

Lo spazio terrestre è necessariamente limitato ed “è la prima e immodificabile condizione della vita sulla terra. Ci si può immaginare un popolo in questo o quello spazio, ma per l’umanità c’è esclusivamente lo spazio della terra” (Ratzel 1899).

La geografia italiana rimaneva sostanzialmente Ratzeliana anche dopo Lorenzi.

La svolta avviene negli anni 60, specie con Lucio Gambi, romagnolo,  e Osvaldo Baldacci.

Gambi segue la linea della geografia umana: l’uomo che riplasma la terra, va oltre la geografia esclusivamente fisica e introduce nella disciplina la storia, le culture, l’ambiente, le politiche urbanistiche e sociali. Il suo insegnamento ha riguardato soprattutto la Geografia politica ed economica, sui problemi dell’organizzazione umana del territorio, passando dalla casa rurale all’ambiente globale, la lettura delle carte geografiche, l’orientarsi sugli atlanti, capire i paesaggi. E’ stato un geografo scomodo per i tradizionalisti.

Fu autore nel ’68 di un rivoluzionario “Geografia e contestazione”, ove considera l’ambiente naturale come problema politico di valore economico e sociale.

“La geografia è la storia di come l’uomo riplasma e rifoggia la terra in termini umani, per ricrearla come opera sua”. Di qui la svolta, l’approccio geografico che diventa anche storico e sociale, saper guardare avanti, e capire dove avrebbe portato la cultura, o incultura, dell’ambiente.

Baldacci, sassarese, docente universitario a Cagliari, Bari e Roma, fu uno strenuo difensore dell’unita della geografia, fronteggiando le istanze provenienti da nuove tendenze geografiche, ad alcune delle quali non attribuiva dignità scientifica, la sua opera principale fu infatti “Geografia generale” (1972), il cui scopo era “la formazione dello spirito geografico, che rende omogeneo e comprensivo il senso di ogni nostro discorso, pur nelle disparita delle situazioni e degli atteggiamenti”. Secondo la sua concezione, il geografo deve interessarsi di tutti i “fatti” che nascono dal rapporto uomo-natura: dalla geografia fisica (geomorfologia, climatologia), a quella umana (in particolare dell’insediamento), dalla geografia regionale alla storia del pensiero geografico e alla didattica della geografia.

 (Geografia storica – 14.01.1998) MP

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DOMUS DE LÀDIRI
tatiana
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Inviato il 11/07/2017 alle 11:30
Just what I was searching for…

PER ETERNARE ROSA…

Lezioni condivise 15 –   Lo compasso de navegare: baby on board

20 Feb 2008 @ 11:36 PM

“…Per poter sostenere l’esame è necessario seguire il laboratorio di Cartografia che si tiene al quarto piano… L’esame si svolgerà con uso dell’Atlante. Saranno esaminati i principali metodi di rappresentazione grafica… diagrammi economici… Il traffico commerciale viene rappresentato con un cerchio… altre forme di rappresentazione sono il diagramma cartesiano e quello areale…”

L’aula 5 della facoltà di Lettere era gremita come poche altre volte io ricordi, forse era la lezione serale, forse il fatto che fosse la prima di Geografia, forse la situazione che si era venuta a creare… io ero piuttosto concentrato su chi sedeva accanto a me, anche se simulavo indifferenza… Lei catturava ogni tanto qualche mio sguardo d’attenzione ed era premurosa di sapere se tutto andasse bene…

Nel pomeriggio avevo occupato, come solevo, la piccola aula numero tre, per leggere, studiare e attendere le lezioni serali; ogni tanto entravano altri colleghi… l’attesa fu piuttosto lunga, ebbi anche il tempo di annoiarmi, giacché seppi troppo tardi che era stata annullata la lezione più attesa (Linguistica sarda)… Mi impegnai allora in un graffito nostalgico, tra i tanti dei banchi di legno, in ricordo pensa un po’ di Anna Maria, su cui fantasticavo, se mai li avesse occupati anche lei…

Le diciotto non erano lontanissime quando stava maturando in me l’idea di non andare affatto a lezione, quell’orario era scomodissimo e quel prof non mi aveva fatto una bella impressione… Quando andai a chiedere il programma d’esame nel suo studio, mi accolse in modo incerto, una sfilza di domande personali, un modo di fare un po’ grottesco con quel suo accento ligure che evidentemente non mi era tanto familiare; ma ciò che più mi destabilizzò fu la frase “per lei non ci saranno più né sabati, né domeniche”. Questo non lo decidi tu Giò… Di lì a poco decisi che avrei sostenuto quell’esame quando lui sarebbe andato via… e così fu… pensa cosa può fare un frase infelice…

Gli appunti di quella lezione credo siano gli unici da cui non si può trarre neanche un minimo discorso logico… Il triangolo equilatero, ove ciascun lato è la scala grafica che rappresenta una delle tre variabili (settore economico primario, secondario e terziario) prese in esame per un’analisi storica della popolazione di Nuoro…

In aula entrò un collega di linguistica, gli dissi appunto che avevo deciso di non andare a lezione di Geografia, e lui ad insistere e io a non capire cosa potesse fregargliene… Si allontanò per un po’ e presto tornò con una giovane collega, cordialissima, presentazioni, sorrisi, battute… Ricordo il nome della Cooperativa per cui lavorò Renato Curcio nei suoi periodi di uscita dal carcere… “Sensibili alle foglie”; la mia poteva chiamarsi “Sensibili alla leggiadria”… e fui arruolato per la lezione…

I tratti di Rosa, deliziosi e minuti, mi ricordavano vagamente quelli di Patrizia, amica-collega turritana di prima esperienza universitaria; lei invece proveniva dal magico territorio ogliastrino… anche lei seguiva Linguistica sarda; era come se seguire quell’insegnamento costituisse l’elemento di una qualche fratellanza solidale.

… Nel 1970 vi è equilibrio tra i settori economici nuoresi, nel 1990 si registra un avanzamento del terziario…

Il porto di Cagliari di importanza internazionale, accoglie petrolio e benzina; quello di Olbia, di importanza nazionale, merci varie……. Due ore di lezione, finite, at last! Nella calca, nonostante cercassi di starle vicino, perdetti Rosa, mi sembrò quasi che lei si fosse già dileguata… sono quelle strane suggestioni che si verificano in Facoltà e che paiono incomprensibili… invece lei era sulla porta, mi aveva aspettato… ci dirigemmo insieme verso l’uscita…

Non ero disinvolto come lei, cuore in gola… continuava a parlare, mi sciorinò la sua vita in pochi minuti e mandava precisi segnali… frequenta ragazzi molto più grandi di lei…

La casistica è varia, la conosco, ma non so perché sia anche così fallibile e capricciosa, anche perché, come nelle partite importanti ed incerte, particolari apparentemente insignificanti determinano il risultato finale in modo spietato…

Sarebbe stato più decisivo un bacio al bivio delle nostre strade? Non lo saprò mai, scelsi la linea morbida, un passaggio… lei accettò… Un bacio in macchina? Era ancora tutto vivo… ci ritrovammo con tanta prudenza a girare e chiacchierare in mezzo al traffico cittadino, senza una meta precisa, per un tempo molto lungo… poi… poi… non fu più così vicina come allora… non come allora…

Per un uomo e una donna spesso è letale il consiglio poco professionale di una terza non disinteressata verso l’una o l’altra parte.

(Geografia – 13.3.1996) MP

Commenti (35)

PER ETERNARE ROSA…
35 #
celia
82.84.219.27
Inviato il 01/04/2008 alle 21:18
Cleide era in Papuasia? Ma c’ero pure io con lei.
Dai Angel un giorno ti racconteremo che ci andiamo a fare in Papuasia.
Totu bene?
Dai siediti che ci beviamo qualcosa.
Che si vota? 🙂

PER ETERNARE ROSA…
1 #
infondoaimieiocchi
infondoaimieiocchi1.blog.tiscali.it
84.223.48.110
Inviato il 14/03/2008 alle 12:34
Grazie per avermi segnalato il cattivo funzionamento dello slide..vedrò di sistemare al più presto…casini permettendo!
Mi spiace che siate usciti dalle partite di coppa…comportatevi bene con il Palermo però…ihihihih
Ciau:-), A.

PER ETERNARE ROSA…
2 #
flyer
cotidievivere.blog.tiscali.it
89.119.249.33
Inviato il 14/03/2008 alle 11:41
ma tutte ste donne?
hai capito angel che farfallino che sei!
… ;P scherzo!

PER ETERNARE ROSA…
3 #
Alice
62.13.169.97
Inviato il 13/03/2008 alle 22:19
Ciao Angel!
Eh non passo più perchè sto trascurando un pochetto la blogsfera…poca ispirazione, non ci trovo più gli amici di un tempo e di conseguenza mi sono staccata un pò.
Bella la grafica del tuo blog, mi piace molto l’header!
Lo stage è finito prima di Natale, ora sto lavorando in un’altra azienda, faccio analisi di mercato sugli elettrodomestici 😉
Buona serata!

PER ETERNARE ROSA…
4 #
Fantaghirò
fantaghiro.blog.tiscali.it/
82.84.143.169
Inviato il 13/03/2008 alle 20:42
Ciao angel..
veramente il mio ozio e’ proprio fare qsa che mi diverta!!
grazie a dio non siamo piu’ ai tempi di baudelaire..
ci pensi?
doveva essere un casino anche farsi un bide’!
e le donne..almeno loro.. almeno in quei giorni.. se lo dovevano fare per forza!!
oggi l’ozio non e’ solo riposare le membra e cadere in una riflessione meditativa..per fortuna!!!

PER ETERNARE ROSA…
5 #
celia
radioribelle.blog.tiscali.it
82.84.195.91
Inviato il 12/03/2008 alle 17:19
Oe’ Angiul e tando? Tottu bene?
Custu estire de su “blog” tou est nou? O mi soe isballiende?
Custas eleziones… ma tue itte n’de naras du cussos de su PSDAZ? A solos comente cussos de Sardigna Natzione mi paret. A si ponnere tottu paris no eh? Troppu trivagliu..
Procaridade… kentu concas kentu berrittas.
No mi nelzes chi mancu tue andasa a votare.
Deo no soe sigura de ponnere una rughe a cussos sardos… su psdaz no mi piaghet meda anzi narimos chi su partidu gloriosu de sos battor moros da ‘e cando est cumandadu da tzente procaridade e deus ha peldidu d’ogni dignitade.
Unu basu e … Fortza Paris. Cando. No s’ischidi. No s’ischidi cando Fortza Paris ca su basu est solu “virtuale” 🙂
p.s. Ma proitte ses interista? Mamma mia bella… oh Angiul su Casteddu no? 🙂 ))

PER ETERNARE ROSA…
6 #
come alice
85.20.17.150
Inviato il 12/03/2008 alle 16:23
Bella la testata nuova. Perchè è nuova, vero? Mi sa che sono troppo distratta in questo periodo…
Quanto al tuo post, in certi casi più ascoltare terze persone bisogna affidarsi all’istinto. E basta. Ciao gentil uomo! Mi spiace x l’inter x ieri 🙂

PER ETERNARE ROSA…
7 #
ivy phoenix
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
78.12.160.135
Inviato il 11/03/2008 alle 20:14
macchè a pieno regime…
oggi ero di nuovo in tribunale…
e sempre problemi uffff

PER ETERNARE ROSA…
8 #
infondoaimieiocchi
infondoaimieiocchi1.blog.tiscali.it
84.223.48.225
Inviato il 10/03/2008 alle 14:05
Ciao Angelus:-),
sì l’ho conosciuto e, se vai nel mio fotoalbum ci trovi anche una delle foto:-)
Ciau, A.

PER ETERNARE ROSA…
9 #
Jolinne
62.13.173.100
Inviato il 09/03/2008 alle 15:42
Nazario? non credo! ma come ti è venuto in mente?
si che lo so che sei maschietto ma ho avuto un piccolo dubbio leggendo il commento di Merit hahaha
sai com’è, non si può mai dire …
besos

PER ETERNARE ROSA…
10 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.13.212.188
Inviato il 09/03/2008 alle 15:13
Ciao brutto anarchico!!!… ti auguro di trascorrere una bella domenica… qui dopo tanti giorni di pioggia, il sole è risorto… lo vedi?… lo senti?… besazos solo para Angel… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
11 #
ivy
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
78.12.167.76
Inviato il 08/03/2008 alle 21:02
sei più romantico di quel che credevo… però..
io sono in guerra, davvero brutto periodo, martedì altra udienza… quante balle racconta quell’uomo, bleah

PER ETERNARE ROSA…
12 #
666&C
213.178.217.102
Inviato il 06/03/2008 alle 16:36
EHEH…sai qual è la cosa più divertente? Io no. Però è per questo che è divertente.
CUCCIOLO. Giusto?
PS- san neurone aiutami tu.

PER ETERNARE ROSA…
13 #
mirko
il_lercio.blog.tiscali.it
89.217.55.132
Inviato il 05/03/2008 alle 17:18
beh l’ultima frase parla da sola…
saluti:)

PER ETERNARE ROSA…
14 #
cleide
78.13.197.73
Inviato il 05/03/2008 alle 15:18
Grazie per quello che mi ha inviato. Bravo. Ma come Sanchez, non ho capito subito che eri tu.
Il titolo di questo post mi riporta alle lezioni di cartografia, portolani etc..ma il racconto è tuo no? 🙂

PER ETERNARE ROSA…
15 #
arial
violette.blog.tiscali.it
82.59.122.226
Inviato il 05/03/2008 alle 05:16
Angel, non sono sarda. No. Non ho apito una cippa della canzone che mi hai lasciato, ma ho gradito il pensiero, e di questo post, trovo stupendo il tuo cuore in gola mentre stai con…lei.

PER ETERNARE ROSA…
16 #
J.
85.18.163.54
Inviato il 04/03/2008 alle 17:30
http://it.youtube.com/watch?v=UDyTIlYei80&feature=related 😉
ciao Angel
J.
ps. vorrei farti una domanda: sei sardO o sardA…perchè leggendo i due commenti precedenti mi son venuti dei dubbi O.O

PER ETERNARE ROSA…
17 #
666prof
213.178.217.30
Inviato il 04/03/2008 alle 17:10
Ma come siamo romantici. Ti trovo cambiata. Quasi non ti riconoscevo più, nel leggerti. Significa che la crisi è passata e che sei tornata alla vita.
Forza, allora. L’importante non è cadere…è rialzarsi subito dopo.
Incognito io? Ma ti pare che col nick che mi ritrovo potrei mai essere in incognito? Tornerò, tornerò…come la canzone. Quando sarò sicura di poter graffiare nuovamente e controllare i graffi di risposta. Viviamo in un paese in cui ogni parola può essere usata contro di te. Anche se quella parola è verità. Fallo capire cosa significhi la parola “verità” a chi ha sempre detto bugie.
Ciao, cucciola.

PER ETERNARE ROSA…
18 #
celia
radioribelle.blog.tiscali.it
82.84.231.31
Inviato il 04/03/2008 alle 10:50
Ma tu sei sardo e i sardi non aspettano. Non si domandano niente. Vogliono dare un bacio? E bacio sia!!! Senza porsi tante domande. 🙂
Il treno mi sa che è passato, la prossima volta non guardare nemmeno gli orari ne di arrivo ne di partenza, salta sul treno e fai quel che i sardi gentili, sensibili, rispettosi fanno… dare un bacio elegante e passionale sorprendendo l’altra parte.
Senti… per il bacio ci hai pensato, quando dovevi commentare con la canzone da me mica ci hai pensato due volte? 🙂 Vedi, quando vuoi fai quel che vuoi fare.
Ti faccio i complimenti per quel che sai e che mi hai inviato via mail. Anche se ho capito dopo che eri tu 🙂

PER ETERNARE ROSA…
19 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.17.81.248
Inviato il 04/03/2008 alle 08:19
Angeeeeeeeeeeelllllllllllllllll!!!!!!… Hai scoperto la novità???… ci sentiamo dopo… besitos para mi angelito favorito!!!… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
20 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.10.110.44
Inviato il 03/03/2008 alle 21:27
…ops… sorry baby, ho appena copiato e incollato un commento e chiaramente non era riferito a te… perdonami Angel… sarà la stanchezza…
Ho pronti i nuovi codici te li sto per inviare… besos guapo… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
21 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.10.110.44
Inviato il 03/03/2008 alle 21:23
…pero que coño haces!!!… no entiendes nada chico… eres un torpe!!!… si tu la piensas asì, te quiero lejos de mi… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
22 #
Lu
missylulu.splinder.com/
62.101.102.210
Inviato il 03/03/2008 alle 15:37
Rimango a riflettere su questo tuo post un pò amaro…ciao ciao

PER ETERNARE ROSA…
23 #
Gio
62.10.248.222
Inviato il 03/03/2008 alle 11:19
Ciao Angel carina la lettera che hai postato.
Come stai?

PER ETERNARE ROSA…
24 #
Fantaghirò
fantaghiro.blog.tiscali.it//
82.84.191.228
Inviato il 02/03/2008 alle 20:27
si… direi che spesso i consigli del 3 incomodo influenzano.. specie all’inizio..

PER ETERNARE ROSA…
25 #
diotima47
213.140.18.136
Inviato il 02/03/2008 alle 19:55
e a me, invece, capita ogni volta di essere messa alla porta. Eppure nel dare lezioni sono convincente al punto di spiegare come si taglia di netto una testa, offrendo la mia per le esercitazioni.

PER ETERNARE ROSA…
26 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it
87.18.102.103
Inviato il 02/03/2008 alle 18:08
I bravi cuochi non rivelano mai i loro ingredienti segreti… al massimo dovrei bisbigliartelo in un orecchio… ma ogni volta che mi avvicino per dirtelo, ti trovo sempre in compagnia di altre persone, indaffarato con argomenti a quanto ho capito mooooolto interessanti… quindi preferisco evitare, il mio segreto potrebbe correre il rischio di essere divulgato…
Oh, povera Rosa, nessuno che parli di te!!!… non ti resta che tenerti stretto quel plaid sulle ginocchia!!!…
Besitos para Angel…
Sonia

PER ETERNARE ROSA…
27 #
Mati
_mati_.blog.tiscali.it//
85.47.82.195
Inviato il 02/03/2008 alle 15:04
Sono single.
E a dirla tutta … il mio sogno non è afatto sposarmi sai?
Quanto più trovare un uomo con cui condividere l’amore fichè c’è e finchè entrambi lo si vorrà.

PER ETERNARE ROSA…
28 #
Mati
_mati_.blog.tiscali.it
85.47.82.195
Inviato il 02/03/2008 alle 13:16
Ho realizzato cosa?

PER ETERNARE ROSA…
29 #
infondoaimieiocchi
infondoaimieiocchi1.blog.tiscali.it
84.223.46.73
Inviato il 01/03/2008 alle 16:07
Ciao Angel…ora Renato è il direttore editoriale di quella stessa cooperativa:-)))! L’ho visto ed intervistato brevemente ad agosto scorso! E’ una persona molto schiva, timida, ma i suoi occhi parlano per lui. Quando ha tenuto la conferenza sul suo ultimo libro, in alcuni momenti si leggeva un chiaro e profondo dolore sul suo volto. Lo avevo visto anche a ottobre del ’93 quando faceva la spola da Bologna a Milano e la sera doveva tornare dove lui sapeve. Allora lo vidi sotto una luce diversa.
Per il bacio…secondo me vale il detto carpe diem!
Ti comunico l’indirizzo nuovo del mio blog!
Un abbraccio, A.

PER ETERNARE ROSA…
30 #
loreley
loreley777.blog.tiscali.it
151.49.216.67
Inviato il 23/02/2008 alle 21:48
Ciao collega. E’ vero, non ci sentiamo da moltissimo tempo. Il mare è più bello che mai. Ti saluta.

PER ETERNARE ROSA…
31 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.20.110.254
Inviato il 23/02/2008 alle 17:28
Se fossero le ultime 4… non sai come piangerebbe mi corazòn… che tragedia!!!… oh Angel, non darmi questa delusione… por favor mi amor!!!… sin ti mi vida no seria la misma!!!… besos cariño… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
32 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.20.110.254
Inviato il 23/02/2008 alle 17:20
Senti, le righe in più erano le prime 4… o le ultime 4?… o nel mezzo?… Sai nel tuo fiume di parole, tra galline, Guantanamo, Ferradini, Vandelli, non ho capito le righe che erano in più… Voglio sperare che sia la mia citazione sul fucsia… Dai su non te la prendere… Diciamo che hai una spiccata predilizione per i colori neon-psichedelici… solo che sbagli i luoghi, tutto qui… Sai, non tutti hanno gli anabbaglianti installati sul PC… poveri occhi!!!… Sapevo di Giò che era il professore… Io leggo i post a differenza di Angel… Ma siccome tu dimentichi anche le cose che fai la notte prima, io che colpa ne ho?… Hai nominato tu stesso, così Angioy… chiaro?… Io l’ho chiamato allo stesso modo di come l’hai chiamato ieri notte… Amore, dovrei darti delle pillole per la memoria… Per quanto riguarda Ferradini… a una come me a cui piace Kravitz o Hancock… o si eccita con la chitarra di Prince… scusa ma può mai piacere Ferradini?… Dai su, non fare lo schiocchino, non ti costringerei mai a vestirti come Vandelli per piacermi… Per rubare il mio cuore almeno ti devi vestire come Lenny Kravitz… come?… alla Roberto Cavalli!!!… Ti voglio bene, come non potrei volertene… già pensi a come vestirti per conquistarmi… besos cariño… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
33 #
::Sonia::
inmylifetoday.myblog.it/
87.16.100.148
Inviato il 23/02/2008 alle 07:43
Oggi mi sono alzata all’alba… ma non mi ero svegliata del tutto, finchè non ho visto il fucsia della “rosa” sopra… certo che tu a colori non badi a spese… Ma quando componi come “photoshop-artist”, metti per caso gli occhiali da sole per ripararti dalle tinte fluorescenti che usi?…
“Per un uomo e una donna spesso è letale il consiglio poco professionale di una terza non disinteressata verso l’una o l’altra parte.”… Cos’è il teorema secondo Angel?… Caspita, vuoi passare alla storia, ma oltre a quello di Pitagora & Co., esiste già quello di Ferrarini… E io tra Marco e Angel, scelgo Giò… Si lo ammetto un giorno diventerò la Signora Angioy, per un motivo molto semplice… il tipetto dell’avatar non è niente male, ha il suo fascino retrò che a noi donne non dispiace… Anzi, adesso lo stampo e lo incornicio… I LOVE GIO’!!!… e vabbè, voglio bene anche a te… besos cariño… Sonia

PER ETERNARE ROSA…
34 #
Mati
_mati_.blog.tiscali.it//
83.189.207.45
Inviato il 20/02/2008 alle 15:52
Figurati … è stata una cerimonia informale …
Abbiamo mangiato al chioschetto lungomare coi panini alle spuntature birra in lattina e per dolce vassoi e vassoi di bignè …
Una robetta casareccia insomma ….
;D)))))))))))))))))))

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