ALICE IN WONDERLAND

Lezioni condivise 3 – Lingua artificiale per stato artificiale.

31 ottobre 2006

Riflettiamo insieme su quante cose si possono fare con la lingua, forse è la prima volta che lo faccio anch’io in modo così universale, un po’ mi sorprendo e per quanto pensi, sono certo che mi sfuggirà comunque qualcosa. La lingua si può anche mordere, mostrare, serve per fischiare, gustare, leccare (e qui ci si può sbizzarrire con gli iponimi… comprenda chi vuole…)…ma soprattutto, la lingua è spesso un organo socievole nei confronti delle sue simili, piuttosto selettiva o a volte selezionata.

Un tempo le lingue le tagliavano pure, nel vero senso della parola, tant’è che l’espressione sopravvive come modo di dire (per fortuna desemantizzato) che certe madri usano come monito per i figli sproloquianti.

Anche il sardo è una lingua tagliata, ma si tratta di altra lingua e altro taglio (non siamo nel campo degli stupefacenti, né delle pratiche bestiali), parliamo di un idioma e della sua corruzione nel tempo, a causa di una lunga serie di dominazioni straniere.

Ma torniamo al nostro caro organo, senza il quale non ci sarebbe alcun idioma, ad eccezione di eventuali linguaggi strettamente gutturali o ventriloqui.

Sfuggendomi al momento la lingua di Adamo ed Eva, accontentiamoci di partire dal latino, e non è poco, visto che si incammina verso i tremila anni e sopravvive nelle nostre lingue materne.

Voglio essere banale e partire dall’analisi del sistema vocalico, nella consueta rappresentazione triangolare, basata sulla posizione della lingua (anteriore/posteriore) e della mascella (alto/basso) o della bocca (aperto/chiuso): 

ˉ   = suono lungo;  ˘ = suono breve

Per completare diciamo che tra i – e ed u – o, vi è lo spazio fonetico comune.

u ed o sono i suoni più difficili da pronunciare.

Una vocale è udibile quanto più la sua fonazione è lunga ed è tanto più udibile quanto il suono è aperto/basso (a). I suoni meno udibili sono dunque ĭ ed ŭ (suoni brevi e chiusi).

E’ bene ribadire che la dicotomia alto/basso, è relativa al movimento della mascella e non ha niente a che vedere con l’altezza, quale caratteristica di una voce o di un suono (basso/acuto).

Nelle lingue moderne vi è stata la tendenza a chiudere i dittonghi antichi. Ad esempio eu ha assunto l’esito di , ovvero e chiusa. Il dittongo au, ultimo a chiudersi, tende a farlo in o: ausir = udire; lauru = alloro (nel sardo); causa = cosa (nel sardo, romagnolo; si conserva invece nel rumeno).

Questo perché nelle lingue neolatine si assiste alla fusione in un’unica vocale della ĭ con la ē, nonché della ō con la ŭ latine (con esiti rispettivi di ed ).

(vedi anche http://www.latinovivo.com/curiosita/parole.htm)

Con il passaggio dal latino ai vari volgari vi è stata anche la perdita della quantità, che caratterizzava quella lingua, distinguendo tra vocali lunghe e brevi.

A cosa è dovuta questa perdita? La probabile causa è addebitabile all’espansione del latino lontano da Roma; dunque al contatto del latino con lingue che non avevano il senso della quantità (cioè il rafforzamento espressivo) e avevano difficoltà a riprodurla. Sant’Agostino, ad esempio, sosteneva che le orecchie africane non riuscivano a distinguere tra vocali lunghe e brevi.

Il sistema fonologico latino combina quattro consecuzioni:

vocale breve – consonante breve                     es. gŭla

vocale breve – consonante lunga                     es. gŭtta

vocale lunga – consonante breve                     es. sōlus

vocale lunga – consonante lunga                     es. stēlla   (poi nel tardo latino: stĕlla)

La consecuzione arcaica lunga – lunga con il passare del tempo tende a sparire, per cui si avrà in seguito stĕlla, come *meccum diventa mecum (da mēd+cum); missi diventa misi (da mīt+si), ma da cūpa (nuca), attraverso vari apparentamenti con altre lingue si passa a cŭppa (coppa), l’eccezione che conferma la regola? La domanda è d’obbligo, come dirò in chiusura…

La lunghezza (ciò che noi oggi rendiamo volgarmente con l’espressione doppia) consentiva al latino di distinguere tra due parole, che oggi nel volgare, spariti quegli esisti confondiamo (fāta o făta? Possiamo incontrare chi sostiene che fata derivi da fautuoe [compagna del fauno] o da fatum [destino].

Nel latino più tardo prende il sopravvento la vocale (doppia o scempia), distinta da ciò che noi oggi chiamiamo accento.

Totum (contatto rafforzativo) = tutto

Bruto = brutto

Bucca = bocca

Maccu = matto

La doppia italiana proviene dunque dalla lunghezza latina, ovvero dal valore linguistico latino di quantità.

Condiviso ciò, sperando che il vostro sonno sia lieve e vigile, adeguato ad un insegnamento ipnopedico, vorrei farvi riflettere sull’importanza delle lingue e in primo luogo della lingua materna. Considerato che il mio pubblico è prevalentemente “italiano”, peraltro lingua nella quale mi sto esprimendo, vorrei ricordare che l’italiano (dialetto fiorentino) è rispettabile come tutti i dialetti, ovvero le tante lingue materne da tutelare, perché conservano un inestimabile tesoro dialettologico e storico.

Ricorderei telegraficamente, che il Manzoni, su incarico savoiardo, volle estendere il fiorentino a tutto il neo stato italiano e che quel dialetto era conosciuto allora da meno del 2% della popolazione. Lingua artificiale per stato artificiale.

Lo contrastò Graziadio Isaia Ascoli, glottologo, ritenendo che fosse più giusto che si formasse una koinè in modo naturale, mantenendo le diverse parlate locali, salvo tutelare le vere e proprie lingue presenti.

La ricetta Manzoni ha funzionato grazie a tappe forzate e al grande sponsor che ne fu il fascismo. Oggi, graziadio, assistiamo al suo fallimento… mettete a parlare un veneto e un calabrese medi o un lombardo e un napoletano, per avere la controprova. Quanto alle lingue minoritarie, lo stato le ha dovute riconoscere, sebbene dopo oltre mezzo secolo dalla Costituzione, che lo imponeva.

Tornando alla domanda d’obbligo lasciata in sospeso più sopra, siccome ogni studioso può dimostrare tutto e il contrario di tutto, abbandonatevi pure a un sonno nichilista e sognate che tutto ciò non esista e siamo tutti Alice in wonderland o Pinocchio nel paese dei balocchi.

 (filologia romanza – 15.12.1995) MP

poēsie = poeesie = poésie

Riferimenti: poēsie = poeesie = poésie

Commenti (35 +2)

37.scrive:

23 Luglio 2008 alle 23:22

M., non ho molto tempo, compiti da correggere e riunione…ti passo i codici per cambiare solo il font:
font face=”carattere della scrittura” color=nome in inglese del colore
size=”da 1 a 10″> INSERISCI IL TESTO
Attenzione:In CARATTERE SCRITTURA inserisci il nome del carattere tipo monotype corsiva o gotica. E’ a tua scelta.
In NOME IN INGLESE inserisci il nome del colore in lingua inglese.
In DA 1 A 10 indica la grandezza della scrittura ti consiglio la 3 o la 4.
Poi ancora se vuoi scrivere una parola depennata è molto semplice prima e
dopo la parola inserisce questo codice:
parola
e il gioco è fatto. Ciao bacio, Sà

ALICE in wonderland
36 #
verdana marten
84.222.222.204
Inviato il 23/07/2008 alle 19:38
infatti con font non cambi la testata cambi il carattere e il formato del’articolo. Può lasciare Times e aumentare la size certamente. Sui commenti invece non si può intervenire, Forse un consiglio potrebbe dartelo fruscio. Il suo blog e 1fruscio.blog.tiscali.it. Se gli scrivi spiegando che vorresti solo che i commenti fossero più grandi magari ti dà una dritta.
Oppure lo sa danydonna. Il suo blog è playyy.blog.tiscali.it
Ciao.

35. verdanascrive:

23 Luglio 2008 alle 19:21

Te li mando io i codice per cambiare i font! Ma potevi pure chiedermelo no?

prima di iniziare il corpo del tuo testo scrivi questo codice il font face è lo stile, Tiscali ne accetta pochi devi provarli in anteprima per vedere se te lo ha preso, di solito accetta appunto Georgia,Tahoma, Black Chancery. Comic Sans MS, Monotype corsiva> size= è la grandezza del carattere da 2 che è molto piccolo fino a 10 12 ma sono enormi! color= è il colore scrivilo in inglese o cerca le tabelle numeriche, meglio in inglese, anche qwui alcuni colori non li prende.> Che ce voleva! Un bacio assassino. Il coniglio tace. Lo faccio in umido?

ALICE in wonderland
34 # bibi
88.63.27.74
Inviato il 23/07/2008 alle 13:55
Complimenti per il tuo blog… Ho visto che hai scritto in sardo sul mio e mi sono incuriosita 🙂

33. gioscrive:

30 Novembre 2006 alle 08:52

Ciao Angel
sono un pò impegnata a scuola… benché sia l’ultimo anno… e passo pochissimo a salutare gli amici…
durante le vicine vacanze mi farò viva.
Ciao

32. jovellyscrive:

29 Novembre 2006 alle 19:33

ooooo finalmente sono riuscita ad aprire la tua pagg…connessione di cacca!
molto bella la tua dissertazione sulla LIMBA
io nelle tue zone ci scendo forse lunedì…x un convegno sugli scioperi dei giornalai…come avrai sentito…casini..
oppure non lo so!
caro…a presto! fammi sapere se hai msn!
:******************

31. federico2005scrive:

29 Novembre 2006 alle 14:48

ei ciaooo!!
dei ffilm che mi citi non ne ho visto ancora uno,ma la trilogia sarà una mia futura visione!!
un abbraccio sinceroooo!

30. Jean Harlowscrive:

29 Novembre 2006 alle 12:40

Ciao Angel caro…come stai?
Io sveglia da un oretta e mezza, dopo un pò di disegni mi metto qua e scrivo un pò…poi doccina , trucco, scelta dell’abito…e università.
Sai, credo che se ti avessi messo fra le cose che amo saresti gia mio marito (come puoi notare non ho citato nemmeno Dave… non ve lo meritate voi…)

un bacio grande J.

29. verdanascrive:

29 Novembre 2006 alle 08:35

HAI POSTA ANGIOLETTO!

28. fiorescrive:

29 Novembre 2006 alle 00:04

da quali lontananze, da quali abissi oceanici riemergi? Da quali iperuranei arrivi planando?

27. falivenesscrive:

28 Novembre 2006 alle 23:06

…Esplodo io se non ti dai da fare!!!

26. Jean Harlowscrive:

23 Novembre 2006 alle 19:21

Io odio gli interisti!No scherzo…nn mi interessa…
Hai visto che J. torna sempre Jean?hehehe…ma che viaggiatore sei!Motivo dei tuoi spostamenti?

Comunque rimango per la monarchia…inutile, starò sempre dalla parte del più forte…
Un bacio Jean

25. Jean Harlowscrive:

22 Novembre 2006 alle 14:16

Ma questo nuovo post???
Come stai caro?
Qua tutto splendidamente…bugia…
un soffice bacio

24. falivenesscrive:

20 Novembre 2006 alle 09:32

felice settimana, appena posso ti invierò i codici che ti cambieranno solo il Font!!!
Bacio Sà

23. ivy phoenixscrive:

18 Novembre 2006 alle 18:08

appena ho fiato ti rispondo…
happy domenica

22. Jean Harlowscrive:

17 Novembre 2006 alle 12:41

Passavo a salutare ed a augurare un buon week…
Bacio J.

21. Jean Harlowscrive:

16 Novembre 2006 alle 22:11

Come mai il piede?
Come mai il piede?
Come mai?
La mia ossessione, la mia malattia…non chiedere non chiedere mai mai mai…ma invece di chiedere cerca di leggere sempre fra le righe…
Un dolce bacio mio angelo custode

20. jennynutellascrive:

11 Novembre 2006 alle 20:23

La lingua incanta, racconta, eccita, invoglia, stupisce, accarezza, offre…Un`arma di seduzione pazzesca, piena di fascino e di sensuale mistero se usata da una donna che sa quello che vuole… o da un uomo che ti trafigge il cuore….=) Grz per la visita al mio blog e a presto, spero. Big kisses, Jenny

19. falivenesscrive:

10 Novembre 2006 alle 21:39

Domani se ho tempo ti invio i codici html per cambiare il font!!!!!!!!!!!!!!!!

  1. falivenesscrive:

10 Novembre 2006 alle 21:38

E? nnata iere
è doce comm?o mare,
ca? t?accarezza a sera
o’ core nun te ?nfonne
e nun ?o saje lassà.

E? nnata iere
e tene ll?uocchie nire
ll?uocchie r?a terra mia
ca? nun ttè’ ppuò scurdà.

E? nnata iere
e tene arinte ?o fuoche
c?abbruscia e nun fa male
ma nun fà arrupusà .

E? nata iere
tene a vucchella rossa
rire , te mette n?croce
cu ricciulille n? fronte
senza nun se po? stà.

Maronna comm?è bella
Se chiamma ?Libertà?.Nenè

La Partenope terra ti risponde così;-)

17. Angelascrive:

10 Novembre 2006 alle 16:52

Si Macerata, di Paole ne conosco qualcuna, ma nn saprei, sei Sardo?
Ciao!!!!

16. amanitascrive:

10 Novembre 2006 alle 14:01

adoro la fonetica! mì che ho changé l’indiriss! un bacio

15. Jean Harlowscrive:

9 Novembre 2006 alle 22:45

Ciao tesoro…questa sera non ci siamo proprio…lui mi blocca, mi fa soffrire, mi blocca, ho mille cose da fare e lui blocca tutto, sto da cani.
Ho bisogno di un uomo, un vero ragazzo con cui condividere tutto…
mi fa male il piede destro, questa sera il dolore è insopportabile…
tua J
ti manderò presto le foto con i quadri

14. onescrive:

9 Novembre 2006 alle 21:28

ma il blù….non lo capita….????

13. onescrive:

9 Novembre 2006 alle 21:02

kazzo ke lezione….
ci ripasso a mente fredda…
ciao one

12. Angelascrive:

8 Novembre 2006 alle 16:55

A dire il vero devo ancora laurearmi, studio lettere moderne all’università di Macerata e lavoro part time in una biblioteca, cmq sono davvero lusingata che mi si scambi per una docente…

11. Angelascrive:

7 Novembre 2006 alle 11:10

La quantità riguarda solo le vocali, dunque le doppie in italiano non credo derivino dalla perdita della quantità, la consonante che segue una vocale lunga non è sempre raddoppiata, la regola non vige, o sbaglio? La perdita della quantita, è un fenomeno dovuto probabilmete alla naturale tendenza del parlante ad eliminare tutto ciò che è eliminabile senza alterare la comprensione, la lingua tende da sempre a seguire un processo economico, in cui tutto ciò che non è indispensabile viene lentamente escluso: ciò è evidente al giorno d’oggi con la graduale scomparsa del congiuntivo nella lingua parlata, e del futuro che è ancora meno usato del congiuntivo, e che sta scomparendo anche dalla lingua scritta senza che nessuno se ne accorga, sostituito sempre più spesso dal presente, senza che ciò alteri minimamente la comprensione della frase (es. “più tardi esco a fare due passi”, o “l’anno prossimo vado in vacanza in Marocco”, nessuno dice più “più tardi andrò a fare due passi”). La perdita della quantità è un fenomeno che inizia a diventare evidente a partire dal IV sec d.C. per tanto appartiene al latino tardo, in concomitanza con l’ormai segnato declino totale dei casi in favore dell’uso delle proposizioni, tutto ciò corrisponde ad un’esigenza dei parlanti di semplificare una lingua che evidentemente aveva dei connotati troppo arcaici ed elaborati? D’altra parte la vittoria della semplicità è evidente in ogni momento della storia della lingua: non è forse l’inglese la lingua che si va diffondendo sempre più, lingua tanto semplice quanto povera, che introduce il maggior grado di comprensibilità tra parlanti di tutti i continenti?

10. verdanascrive:

6 Novembre 2006 alle 23:34

azz… che post… che ti sei mangiato, un pane d’haschish? mi pare che qualcuno risciacquò i panni in Arno, no?
Buone nuove. Lucido il piatto d’argento.

9. Jean Harlowscrive:

6 Novembre 2006 alle 23:25

Per quale aspetto siamo simili?
Un bacio grande…tua J.

8. ivy phoenixscrive:

6 Novembre 2006 alle 22:24

oh maaaiii goooaaad!
ehm meglio che glielo spieghi sì…
moooolto meglio prima che si spinga ancora più in là…..

7. pecscrive:

6 Novembre 2006 alle 13:59

Ti lascio un bacio.. co la lingua ovviamente!

6. falivenesscrive:

5 Novembre 2006 alle 10:14

Ascolta ti volevo avvisare che c’è una petizione urgente ed importante da firmare:PER L’ABOLIZIONE DEI COSTI DI RICARICA DEI TELEFONI CELLULARI FIRMATE LA PETIZIONE PER VOI E PER I VOSTRI FIGLI, PER I VOSTR AMICI; PER LA LEGALITA’ E CONTRO LE TRUFFE!!!cIAO tVB:-)Nenè

P.S. lezione da aula magna tornerò a gustarla meglio

5. giampaoloscrive:

4 Novembre 2006 alle 19:15

Che belli i dialetti,radici della nostra tradizione che si tramanda di padre in figlio.E che lingue nella foto!!!ciao

4. ivy phoenixscrive:

3 Novembre 2006 alle 16:00

ma questa è una lezione di linguistica universitaria…

3. Jean Harlowscrive:

1 Novembre 2006 alle 21:21

Ed è per questo che non ti libererai di me tanto facilmente!!!!

2. Jean Harlowscrive:

1 Novembre 2006 alle 17:05

O dorothy de il mago di oz….interessante …io la lingua me la dovrei cucire più spesso…
Che giornata detestabile oggi…voglio che arrivi la sera sono poco tollerante, odio, volevo stare sola oggi…
jean

  1. cinqueconfiniscrive:

31 Ottobre 2006 alle 03:53

dio santo…mi hai stordito….

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