DALLA TIRANNIA DEI NOBILI ALLA PREPOTENZA DEGLI IGNOBILI

Lezioni condivise 54 – La nobiltà sarda

30 Giu 2011 @ 10:57 PM

Anche questo come ogni argomento storico non è privo di interesse in quanto avvenuto, ma il pensiero va immediato a tutti i braccianti, un tempo semplicemente “servi”, a quel quarto stato descritto stupendamente in Novecento di Bertolucci, a tutti coloro che sono stati sfruttati, dai fattori, dai podatari, dai printzipales al servizio dei signori, dei feudatari, della nobiltà, dei regni, insomma dello stato, quello stato che ancora oggi che la nobiltà scarseggia anche come semplice sostantivo, si riempie di privilegi a danno dei comuni cittadini e soprattutto dei lavoratori.

Storicamente dunque la nobiltà è stata un tempo la classe dominante, la casta, quella che deteneva i privilegi per se e li faceva pagare al popolo; da questo punto di vista nulla di nuovo, questo genere di “nobiltà” ha solo cambiato nome.

Anche in questi mesi chi ha in mano lo stato ci sta dimostrando quanto è nobile: ha diramato per mezzo della stampa di proprietà la supposta volontà di non aumentare le tasse, anzi di volerle diminuire e soprattutto voler tagliare i privilegi della casta, tassare i più ricchi e via dicendo. I risultati li abbiamo visti, ma siccome (volendo) si possono ascoltare anche le poche voci non compiacenti, sapevamo già tutto: le loro tasche se la caveranno con una finzione di austerità, con qualche ritocchino irrilevante; la crisi invece la pagheremo sempre noi, con ticket, con l’aumento della benzina, con il blocco delle assunzioni e degli stipendi dei ceti meno abbienti, mentre i loro se li sono aumentati di recente e non li toccheranno di sicuro: più che elezioni qui serve una rivoluzione, forse l’unico modo per rimettere i conti a posto in modo equo. Diciamo che stanno superando il livello di guardia della pazienza popolare… e si permettono pure di alzare la voce… vedi TAV e altre emergenze, troppe…

Tornando al tema storico, cito due libri che danno un’idea efficace del marciume della “nobiltà”: “I vicerè” di Federico De Roberto e “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, ancora più efficace perché la tratta da un punto di vista interno.

Quanto al mio parere, posso citare dei versi di alcuni anni fa, “Arrexinas nobilis”, dove esordivo così: “…E custa/ po si fai sciri/ ca sa nobilesa/ est prus parenti/ a terra e traballu/ chi a sa richesa./ De reis e printzipis/ mira sa mata (…E questa/ per farvi sapere/ che la nobiltà/ è più affine/ alla terra e al lavoro/ che alla ricchezza./ Di re e principi/ ecco l’albero genealogico)… e a seguire un elenco di titoli nobiliari d.o.c.: muratori, falegnami, pastori, manovali, scalpellini…

Il concetto di nobiltà per censo è sempre esistito anche in Sardegna, sarebbe complesso risalire all’origine, si parlava di Rex (che in origine era al servizio del popolo, governava la cosa pubblica nell’interesse della sua gente, poi con il tempo tutto si è capovolto) già nel periodo nuragico, poi attraverso lunghe dominazioni straniere, si pervenne ai Giudicati, con una nobiltà tradizionale e stratificata vicina a quella tradizionale, con in cima il Re Judike e sotto i donnos, donnikos, donnikellos, curadores, majorales, fino all’appellativo di rispetto deddu dei signorotti.

Quando si parla di nobiltà sarda tout court, ci si riferisce però a quella introdotta dagli aragonesi con il feudalesimo, mai esistito in Sardegna prima di loro. De “jure” la nascita si può ricondurre all’invenzione di Bonifax del Regno di Sardegna, nel 1297, de facto al 1323, quando inizia la conquista. Allo stesso modo, si parla di fine della nobiltà sarda con l’abolizione del feudalesimo, circa 450 anni dopo, esattamente nel 1843.

Oggi della nobiltà sarda è rimasto solo un atteggiamento, un titolo da scrivere nei biglietti da visita e per chi non si è impoverito e si è pure dimenticato della nobile origine, una condizione sociale da esibire o meno discretamente a seconda delle personalità e sensibilità interessate.

L’antica nobiltà giudicale fu spazzata via dagli aragonesi, a testimonianza che rappresentava solo uno strumento del potere di turno. Essi concessero inizialmente i feudi e titoli nobiliari a coloro che li avevano aiutati a combattere contro i Doria nel sassarese. I benefici vennero concessi more italico (secondo il costume d’Italia, che prevedeva solo la successione maschile a partire dai primogeniti, che potevano trasmetterla agli eredi maschi, in mancanza dei quali il feudo tornava in possesso del re). Bisognava risiedere nel feudo, cosa che la nobiltà spagnola, eccetto alcuni casi, disattese, mettendo in capo ai feudi dei delegati, i cosiddetti podatari.

Le prime investiture ebbero il privilegio nobiliare della “generosità”, che cadde poi in disuso per essere sostanzialmente smembrato in quelli del cavalierato e della nobiltà sarda (con i titoli di Don e di Donna). L’ultima generosità fu concessa nel 1498, in seguito si adottarono riconoscimenti feudali minori, in quanto la Spagna fu attenta a non creare in Sardegna nobiltà superiori a quelle dei propri hidalgos e ricos hombres.

La materia è abbastanza complessa, con tanti distinguo; venivano tramandati titoli non ereditabili o ereditabili solo in linea retta; altri titoli a volte risultano superiori, talvolta no. Insomma pare fosse tutto piuttosto flessibile, tanto è vero che alla fine per dirimere le controversie fu necessario che il Tribunale della Reale Udienza esaminasse caso per caso.

La concessione del feudo era prerogativa del re, perché riguardava la terra del regno; sostanzialmente il regno era considerato una sorta di grande allodio reale, una proprietà privata della quale il Re poteva disporre a proprio piacimento. E i feudatari sardi, così lontani dal centro del potere reale, e dunque più liberi, si comportavano nel feudo come si trattasse di terreni propri.

L’allodio in quanto tale peraltro era largamente presente in Sardegna, come proprietà privata esente da vincoli feudali e anzi rappresentava un ostacolo per il feudi.

L’introduzione del feudalesimo in Sardegna in un periodo così tardo, comportò delle fasi di instaurazione dello stesso con la forza. La prima fase fu infatti militare, cui ne seguì una mercantile, che cessò nel cinquecento, quando venne impedito il possesso del feudo a chi non era nobile. La diminuzione della concessione di titoli nobiliari nella fase di unione tra regno castigliano e aragonese, è dunque dovuta anche all’arroccamento della vecchia nobiltà in difesa dei propri privilegi.

Al parlamento sardo (cortes o stamenti), relativamente al braccio militare, poteva partecipare solo la nobiltà sarda, occorreva essere naturali sardi, nativi, o sposare una donna sarda. Vi erano poi anche i bracci ecclesiastico e reale (sindaci delle città, rappresentanza civile, laica).

Il nobile in Sardegna era anche un cavaliere (generoso), ma il cavaliere sardo (di spada) pur essendo nobile, non ne poteva portare il titolo. I semplici cavalieri spesso venivano definiti con il titolo di “donzel” (donzello), ma in realtà questa dovrebbe essere la qualifica per l’erede non armato del cavaliere. Questi, ottenuto il titolo, doveva pagare una certa somma alla corona, “volontariamente”. Il re rilasciava i privilegi, le cosiddette patenti. Ricevute le quali, il sigillo veniva messo dappertutto. I diplomi di cavalierato e nobiltà, una volta ottenuti, dovevano essere presentati alla Reale Udienza per la registrazione, pena la decadenza. La cerimonia di investitura era simile a quelle del medioevo.

Insomma per molti versi le regole della nobiltà sarda furono molto particolari e diversificate rispetto a quelle di altri territori, basti l’esempio della possibilità di unire cavalierato a nobiltà, anche se non si può garantire più di tanto, perché le eccezioni, anche non codificate, sono tante sia per epoca storica, sia per località geografica.

L’argomento è una babele pure per gli addetti ai lavori, gli eredi dei nobili, peraltro divisi anche nell’interpretazione storica dei titoli disponibili, a volte con semplificazioni, altre con complicazioni. In tempi recenti l’ associazione della nobiltà sarda ha abbandonato quella italiana proprio per punti di vista divergenti sulle attribuzioni. Non è chiaro perché fossero associate, cosa avessero da spartire storicamente.

Non rimpiangiamo quella realtà, accanto a questi riti suggestivi e lontani, che possono stimolare la nostra fantasia, la nostra cultura letteraria, con i cicli dei romanzi cavallereschi, vi era gente che viveva nella miseria, nello sfruttamento e faceva la fame; anche per rispetto a questi nostri avi, oggi non dobbiamo tollerare alcuna ingiustizia sociale, palese o mascherata che sia. Il Guillaume d’Angleterre è solo un romanzo.

(Storia della Sardegna – 8.5.1996) MP

Commenti (5)

Dalla tirannia dei nobili alla prepotenza degli ignobili
5 #
BoyerKarla18
bestblog.com
saraward@mail333.com
188.143.232.199
Inviato il 15/07/2011 alle 00:39
Really useful.

Dalla tirannia dei nobili alla prepotenza degli ignobili
4 #
emma
chidicedonna.myblog.it
g@alice.it
87.0.242.50
Inviato il 07/07/2011 alle 23:00
Sei sicuro che la vera nobiltà sta in chi lavora la terra e lavora?
Il lavoro nobilita l’uomo?
Diciamolo che è la più grande fesseria!
Chi lavora pensa poco, si nobilita poco in realtà.

Dalla tirannia dei nobili alla prepotenza degli ignobili
3 #
sally brown
innellama@tiscali.it
79.10.34.34
Inviato il 02/07/2011 alle 10:21
di privilegi, appunto parliamo e di privilegiati in nuove classi
questo invece
http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?vl
è un’altra cosa?
ole/.)

Dalla tirannia dei nobili alla prepotenza degli ignobili
2 #
giulia
chidicedonna.myblog.it
g@alice.it
82.58.170.200
Inviato il 01/07/2011 alle 22:14
Stasera nn ho voglia di leggere. Leggi tu e poi riassumi, thanks 🙂
http://www.tesoro.it/doc-finanza-pubblica/mf/2011/index.asp
(176 + 16 pagg.)

Dalla tirannia dei nobili alla prepotenza degli ignobili
1 #
Paola
lamiavitabellaebrutta.blog.tiscali.it
paolasixsix@yahoo.it
159.213.40.5
Inviato il 28/06/2011 alle 14:47
…oh come mai gli italiani non facevano paura a nessuno??
meno male che oggi siamo il faro della civiltà!!!!

LINGUE TAGLIATE… IO, DIAMINE, COSÌ E COSÌ…

Lezioni condivise 23 – U populu corsu

30 Set 2008 @ 10:45 PM

Uno dei miei insegnamenti universitari prediletti, come ho già avuto modo di accennare nel post dedicato a Rosa, era Linguistica sarda… Quell’anno la prof era in anno sabbatico e le lezioni, pomeridiane, si tenevano a singhiozzo… Frequentai alcune lezioni; l’argomento, sebbene non lo scelsi per l’esame (preferii un corso più attinente al sardo) era interessante, riguardava la lingua Corsa.

Affatto galeotte queste lezioni (poi per posta prioritaria mi fate sapere come avete interpretato “affatto”, ogni tanto le ambiguità linguistiche sono la panacea). In mattinata (latino: inopportuno parlarne tra sepolcri imbiancati?!) avevo conosciuto S.P. (ok, togliamoci questa pratica…).

Era seduta davanti a me, la vedevo di spalle, capelli cortissimi, biondi; alla fine dell’ora mentre parlavo con un’altra collega, si voltò in modo fulmineo (!), mi porse la mano, si presentò e cominciò a parlarmi con un sorriso giocondo sul volto: “…Io, sai, io… diamine… così e così… io, sai…questo e quello…”. Della situazione, se ci ripenso, ciò che mi fa più ridere è immaginare la mia faccia in quel momento… chissà quante espressioni avrò mutato in pochi secondi…

Cominciammo a frequentarci, a parlare, a scambiarci materiali, entrammo in confidenza… Un giorno ci allontanammo insieme dalla Facoltà, “Sai, così e così, io… diamine… oggi mi sono lasciata con il mio ragazzo; io, sai…questo e quello…”. Ah, perché avevi pure il ragazzo? Mica lo sapevo… Anca ad anca… scale… la mia tempesta ormonale era superiore all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (chi ha detto che con Rosa ero stato troppo prudente?). Mi aveva invitato a studiare con lei nell’aula di lettura del corpo aggiunto, dunque aveva un senso fermarsi il pomeriggio.

Non presi la decisione estrema, ma intermedia… le chiesi un bacio… Reagì come se l’avesse punta un calabrone; fece letteralmente un salto indietro… questione di un paio di secondi, si avvicinò e mi bacio sulla guancia… “Ecco il bacio!”… Ci demmo appuntamento per le 17, ma non venne, la trovai già in aula che studiava… Vista la mia perplessità mi chiamò fuori “Io, sai, diamine…va bene che mi son lasciata con il mio ragazzo, ma che tempestività! Sai, così e così… io, diamine…questo e quello…”. Il rapporto si raffreddò, sparì il sorriso (con qualche eccezione strabiliante), fino all’estinzione totale del medesimo.

Ancora oggi, pensandoci, resto perplesso per certi comportamenti pirandelliani, molto surreali, una sorta di contrappasso per me che amo le situazioni simili… al cinema…

Seguii la lezione con attenzione sdoppiata, ora ci rido su, ma allora rimasi molto colpito… e non ho detto tutto… Parliamo di lingua (per una lingua perduta…) che è meglio.

La lingua è un sistema di comunicazione utile in diversi contesti formali e informali.

Il dialetto, per definizione, dovrebbe servire solo alla comunicazione informale.

Da un punto di vista linguistico-scientifico, non vi è alcuna differenza tra lingua e dialetto, tutti i dialetti sono lingue, tutte le lingue sono dialetti. Si parla di dialetto solo sotto il profilo comunicativo, per capirci. La lingua è un dialetto che ha acquisito ufficialità.

Senza andare troppo lontano, è il caso del fiorentino, diventato lingua italiana. Dunque non esiste una lingua italiana “in natura”, ma essa è nata da una decisione politica assunta da una commissione (presidente della quale fu il Manzoni) e non senza contrasti e polemiche. Questo è il destino di tante lingue che oggi chiamiamo con il nome di uno stato, ma in realtà sono dialetti di un territorio limitato che per decisione politica sono stati imposti universalmente, anche dove si parlavano lingue diverse.

Il caso di cui parlerò spiega ancora meglio l’esempio che ho appena fatto. In Corsica l’italiano (semplificando, cioè i dialetti corsi derivanti dal toscano) è un dialetto, mentre il francese (che sul dialetto esercita un taglio recente) è la lingua ufficiale.

L’occupazione francese della Corsica è avvenuta intorno al 1764, la lingua francese è stata introdotta in un secondo tempo e con difficoltà, visto il radicamento di dialetti italiani (pisani e genovesi hanno occupato la Corsica fin dal 1000, dunque un contatto di almeno sette secoli).

Anche la Corsica come tutto il Mediterraneo subì la colonizzazione romana, naturalmente molti toponimi sono dunque di origine latina. Nel Medio Evo fu la chiesa ad esercitare il suo potere temporale. Essa aiutò a contrastare le incursioni saracene, anche in Sardegna, con cui nominalmente la Corsica costituiva un unico Regno.

Fino al 1000 ci fu la prevalenza pisana, poi la guerra con Genova, che a lungo andare ebbe il predominio. La repubblica genovese tuttavia non influì sulla lingua corsa, al contrario di Pisa, sebbene questa abbia dominato meno. Tuttavia il lessico è vario, oltre alle influenze toscane, ve ne sono provenienti dai dialetti del nord e del meridione d’Italia, nonché dalla Sardegna. Es. lantora (retico, ligure) = allora,  rumenta (celto-ligure) = sudiciume, carrucciu (sardo) = carriola, iddu (dialetti meridionali) = egli, quello.

I dialetti corsi non sono ancora del tutto classificati.

La Corsica è divisa fisicamente e politicamente in due parti, gioco forza anche linguisticamente. Vi sono dunque due variati principali, come in Sardegna, un dialetto settentrionale con sistema eptavocalico e uno meridionale, pentavocalico. Alcuni fenomeni rispetto all’italiano sono: gl che diventa ll, l’assenza della sonorizzazione (come nel toscano, strata e non strada), la laterale l = ll prima di una d, caldo = callu, è presente invece il fonema rr come in italiano. Articoli determinativi: il diventa u: u pane; la diventa a: a donna; le diventa e: e pietre e così via…

In generale il fenomeno linguistico tende a raggiungere il miglior risultato con la minore energia, cioè con movimenti articolatori più semplici: tennico per tecnico, pissicologia per psicologia (sorta di economia linguistica).

Non sono stati trovati in Corsica documenti scritti di rilievo precedenti al quattrocento. Nei primi secoli storici il potere veniva trasferito mediante i monasteri con le donazioni (giudicali). Di donazione in donazione, pian piano si realizzava l’occupazione politica. I monasteri andavano all’avanscoperta, in attesa dell’occupazione militare. La prima cronaca volgare sulla storia dell’isola corsa è del XVI sec.

Per approfondimenti, uno storico per i rapporti tra Liguria, Corsica e Sardegna è Geo Pistarino di Genova. Per quelli con la Toscana, Luigi Serristori.

L’episodio iniziale l’ho ricordato dopo aver scritto la lezione. Nel raccontarlo ho volutamente usato tratti dello stile di un famosissimo scrittore, che mi ha impressionato quasi come S. Stile, forse, non del suo capolavoro, ma davvero curioso. Chi indovina di chi si tratta vince un pomeriggio con me, scenderemo le stesse scale… Come cotillon cercherò di coinvolgere anche S., per uno strepitoso outing.

(Linguistica sarda – 19.3.1996) MP

Commenti (34)

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
33 #
Fantaghirò
fantaghiro.blog.tiscali.it//
151.33.186.47
Inviato il 30/10/2008 alle 11:03
salut angel,comment ca va?
Ma..che fai nella vita, sei un prof, vero? solo un prof puo’ sapere tutte ste cose..!
Oggi festeggio un esame in meno,evvaiiiiiii!!
Kiss

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
32 #
andreapac
andreapac.blog.tiscali.it
79.11.52.143
Inviato il 29/10/2008 alle 15:06
Ciao angel grazie della lezione, ipara e metti da parte.Non si finisce mai di approfondire, ma la biondina con capelli corti…sarda o corsa?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
31 #
uncuoredibimba
uncuoredibimba.blog.tiscali.it
88.63.27.74
Inviato il 27/10/2008 alle 18:06
ciao, ben tornato
la vita è difficile e non bisogna arrendersi mai,
io butto giu a getto, e un po che non scrivo perche riesco a farlo solo dopo diverso tempo da cio che mi accade, poi divento un fiume in piena, non sono felice, sembro tanto forte fuori ma non e cosi, do l’idea della determinata, ma e solo il forte impegno che do a me stessa per andare avanti sempre

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
30 #
jolinne
82.59.198.43
Inviato il 25/10/2008 alle 02:07
Ciao Angel,
rieccomi
purtroppo non posso seguire il blog
lavoro amore e travian mi tengono impegnata sempre
aggiungi che per arrivare in ufficio e tornare a casa mi ci vogliono due ore all’andata e altrettante al ritorno perchè adesso praticamente convivo con Dino. Eh no, non è scappato ed ormai è troppo tardi per tutt’e due visto che stiamo scegliendo la chiesa dove celebrare le nozze (speriamo entro la fine del prossimo anno)
A presto Angel
un tenero e affettuoso abbraccio :*
Jolinne 🙂

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
29 #
diotima47
diotima.blog.tiscali.it
89.97.102.254
Inviato il 24/10/2008 alle 15:05
professore? okkupiamo?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
28 #
ivy phoenix
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
151.65.40.228
Inviato il 23/10/2008 alle 21:29
pare che dalle tue parti il maltempo abbia fatto casini tremendi.. come stai? tutto bene?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
27 #
come alice
85.20.17.150
Inviato il 23/10/2008 alle 10:25
Mi chiedo ma dov’è che hai appreso tutte queste nozioni, visto che mi sembra che alle lezioni ti distraevi un bel pò??? Scherzo, naturalmente.
Bello l’argomento di questo post, se approfondisci ulteriormente fammi pure un fischio…
Affatto = Per nulla
o no???
Ciao Angel
Ps: che ha fatto l’inter, ieri?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
26 #
giorgia
giorgiapintus.blog.tiscali.it
78.14.77.52
Inviato il 22/10/2008 alle 23:04
Grazie per aver lasciato il tuo commento sul mio guestbook…il tuo blog è veramente fantastico.
Torna a trovarmi… Giorgia

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
25 #
faraluna
speranzadivita.blog.tiscali.it
78.15.227.200
Inviato il 22/10/2008 alle 19:06
Al di là della lezione per me che sono ignorante in materia,la differenza sostanziale tra lingua e dialetto è che la prima rimane fredda,come dire “aristocratica”;il secondo è quello che rende meglio il “senso” e “l’immagine” di ciò che vuoi dire.
Ciao!:-))faraluna
P.S.:riguardo a ciò che mi hai scritto tempo fa sui commenti su Tiscali:lo sfondo con i delfini non c’entra niente (l’ho realizzato io ed è leggero).
Io penso che dipenda di più dalla piattaforma;questo perchè tu con lo stesso pc riesci a lasciarmi commenti su Splinder e se guardi le immagini in colonna, su Splinder sono più grandi e più pesanti.Un bacio.faraluna

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
24 #
ivy phoenix
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
151.65.40.228
Inviato il 22/10/2008 alle 14:26
beh ma chi ha vinto il pomeriggio con te, poi?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
23 #
Raz
evacontroeva.blog.tiscali.it
87.9.118.217
Inviato il 20/10/2008 alle 16:55
Ah ok, tutto a posto allora, l’avevo quasi presa come se fosse stata colpa del torneo.
Ciao.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
22 #
Raz
evacontroeva.blog.tiscali.it
87.9.118.217
Inviato il 20/10/2008 alle 14:31
Non mi è chiaro il significato del messaggio ke hai lasciato da me.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
21 #
nenet
tuttinsieme.blog.tiscali.it
79.32.91.1
Inviato il 19/10/2008 alle 22:35
Interessante, io ho trovatop qualche analogia anche tra il Sardo e il Friulano, es FRADIS=fratelli … sì io sono Friulana di origine ma nata a Roma e dal ’97 vivo qui in Sardegna e ho sposato un collega di S.Antioco … i miei figli sono nati qui. Lavoriamo al Teatro Lirico di Cagliari come Artisti del coro, qindi CANTIAMO!!!! buona serata!! Nenet

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
20 #
flyss
truestory.blog.tiscali.it
94.163.18.38
Inviato il 17/10/2008 alle 17:57
cavolo io e il sardo siamo due entità divergenti….

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
19 #
Paola
lamiavitabellaebrutta.blog.tiscali.it
159.213.40.2
Inviato il 17/10/2008 alle 14:34
…a dire il vero soio, sarei…Vestina…e non Sabina…:-)
nel mio blog c’è un link della riserva naturale dove sono nata e cresciuta…:-)

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
18 #
fanta
151.33.188.187
Inviato il 17/10/2008 alle 13:35
merci angel..

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
17 #
maryloo
maryloo.blog.tiscali.it
87.24.231.181
Inviato il 17/10/2008 alle 12:30
SMAK!
Per quanto riguarda il commento da me non posso che darti ragione, ci sono tante cose belle nella vita e un po’ di leggerezza non guasta mai. Non era il caso di quando ho scritto l’ultimo post.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
16 #
Maryloo
maryloo.blog.tiscali.it
87.24.231.181
Inviato il 13/10/2008 alle 16:17
L’ho trovato davvero molto interessante e non è un complimento scontato (se ciò che leggo non mi piace non lascio commenti); hai arricchito la mia conoscenza sui dialetti…ops! Meglio dire che hai ridotto la mia ignoranza sui dialetti. 😀
Quello che so per certo è che non mi piace parlare con persone che non conoscono anche l’italiano “ufficiale”.
p.s. I baci non si chiedono, si danno.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
15 #
diotima47
89.97.102.254
Inviato il 12/10/2008 alle 14:29
tira dentro quella lingua, per favore!
Mostrò più “che potea”

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
14 #
Audrey
aboutmeandother.blog.tiscali.it
87.11.179.165
Inviato il 09/10/2008 alle 20:20
Hey ciao..eccoti qui..bel post..diamine! 😉

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
13 #
Nadir
87.19.216.242
Inviato il 09/10/2008 alle 15:23
lo spetteguless tira… e non è la prima volta che scrivi su queste lezioni condivise… propongo una nuova rubrica… le lezioni galeotte di Angel e Rosa.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
12 #
Nadir
thepromisedland.blog.tiscali.it
87.19.217.6
Inviato il 08/10/2008 alle 23:42
ho preferito la prima parte del post perchè mi piace farmi gli affari miei … eheh… ma la donna in trasparenza che compare nella foto tra cartine geografiche è Rosa?

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
11 #
cleide
62.10.142.170
Inviato il 08/10/2008 alle 22:31
Sono andata su Youtube e pure sul loro sito. Ho vissuto 15 anni a Sassari e non ne ho mai sentito parlare. Ma “so elli” è in Gallurese?
Io non parlo il sardo purtroppo,lo capisco ma non lo parlo. Da me si parla il catalano.:)
P.s.
Ma guarda che sei un bel tipo. Mi scrivi..clicca sul link e non mi molli il link. Ora vedo di trovarti lo stesso.:-)

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
10 #
celia
78.15.188.253
Inviato il 08/10/2008 alle 19:25
Cerca su youtube So Elli Sardigna Indipendente… 🙂

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
9 #
celia
78.15.188.253
Inviato il 08/10/2008 alle 19:20
No aspe’… dove l’hai trovata questa meraviglia?
Non l’avevo mai sentita prima e non so chi siano.
Cacchio Angel questa fa venire tanta voglia di…
Ajo prontu sese? Mi sto gasando pure io.
Non è che mi dici dove la posso prendere? La voglio pure io 🙂 )))
Saludos
Fortza Paris
Sardigna no est Italia
Sardigna Natzione Indipendentzia 🙂 )))

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
8 #
ivy phoenix
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
151.65.54.124
Inviato il 06/10/2008 alle 21:53
ma insomma tu andavi a lezione affatto per le biondine…

sì per ammirare la foto immagine è meglio tornare a puntate.. elaborata e ben riuscita al solito

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
7 #
diotima47
89.97.102.254
Inviato il 04/10/2008 alle 15:14
“a unu populu, attuppatici a bucca…”, Buttitta docet.
Sai, frequentando il blog di “aeroporto”, da un’interpretazione delle sue parole, ho concordato con lui che tutte le lingue sono morte, in quanto prodotto di una convenzione, in quanto codificate e sottoposte a regole.
Allora, mi dico nella mia testa bacata, le parole non hanno nulla a che fare con le lingue “madri”, non sono orfane, ma hanno una VITA a sé stante, quasi riescono a uguagliare la potenza dei segni e dei gesti.

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
6 #
flyss
truestory.blog.tiscali.it
193.205.5.2
Inviato il 03/10/2008 alle 14:02
secondo me avresti dovuto insistere di più… lei ci stava al gioco con te 🙂
per lo scrittore non ne ho idea…e sul carruccio..io l’ho sempre inteso come la pianta del fico d’india..mah…stranezze linguistiche!
buona giornata angel!

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
5 #
celia
78.15.197.150
Inviato il 02/10/2008 alle 12:35
E la nostra limba sarda con tutte le sue varianti cosa è? 🙂

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
4 #
violacolor
violettanet.blog.tiscali.it
82.48.20.42
Inviato il 01/10/2008 alle 14:58
ciao – io accedo al blog di nenet. ha camb look 🙂
dialetti… io conosco qlc dialetto nord centro e adoro tt le lingue del mondo ke penso siamo in continua evoluzione.
ciaoo v

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
3 #
Paola
159.213.40.2
Inviato il 01/10/2008 alle 12:36
ops angel oggi nenache io accedo al blog di nenet…:-(

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
2 #
Paola
lamiavitabellaebrutta.blog.tiscali.it
159.213.40.2
Inviato il 01/10/2008 alle 08:35
ma quanto è interessante questo articolo sui dialetti…complimenti davvero…l’ho letto d’un fiato.
Sai dirmi qualcosa del dialetto della mia terra natia, l’Abruzzo?
ah…per i blog privati, penso sia stato qualcosa che funzionava male in tiscali, ieri erano improvvisamente diventati privati un sacco di blog…almeno io mi sono data questa spiegazione, perchè a parte il messaggio, con “Annulla” si visualizzava e commentava normalmente…

Lingue tagliate… Io, diamine, così e così…
1 #
ivy phoenix
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
151.65.47.45
Inviato il 30/09/2008 alle 19:58
sì ma io il mio cognome non glielo avevo detto… forse a mia insaputa l’aveva chiesto alla mia amica..
beh.. mi pare che sia il momento per un post nuovo qua da te.. no?
tutto ok max?

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