MARRANU CHI TI MOVES!

Lezioni condivise 101 – La rivoluzione dei prezzi

30 Giu 2015 @ 11:59 PM

La Storia se la volti e la rivolti può sembrare un’altra storia. A seconda di come la prendi, da questo o quell’avvenimento, da questo o quel tema, dal mare o dai monti, da una donna o da un uomo, da un tetto o da una strada, dalla città o dalla campagna, dal re o dal Popolo, potrebbe sembrare un argomento nuovo, mai trattato, finché si arriva al nodo, che unisce ed esplica.

La Storia non è una questione di apparenze, di opinioni e forse neppure di metodi, anche se da un minimo di regole può scaturire una scrittura più obiettiva, tuttavia non la scrivono le macchine, ma l’uomo e ciò può bastare per comprendere la miriade di variabili che ci si può trovare ad affrontare.

A volte la Summa finisce per essere sommario, pertanto conviene porsi degli obiettivi minimi che altri esamineranno, approfondiranno, confuteranno.

La domanda che mi pongo ora è se la Storia sia un tutt’uno, ovvero, se muova da un centro, o se sia un insieme di motori che, operando nello stesso spazio, vengano a contatto, interagiscano, si separino di nuovo e così via.

La mia risposta, ora, è che le due opzioni non sono in contrasto: i centri da cui muove la Storia possono essere tantissimi, per “semplificare” direi, almeno uno per ogni persona vivente, pertanto è quasi miracoloso che si pervenga a delle sintesi, tante, ma almeno un po’ più circoscritte.

Capisco che il ragionamento potrebbe apparire del tutto specioso, ma nessuna domanda che noi possiamo porci lo è, neppure quelle che possono apparire o sono retoriche.

La rivoluzione dei prezzi nell’Europa del Cinquecento è un fenomeno accidentale o è collegata alla Storia anche non economica del periodo? Domanda appunto retorica. Il disaccordo verte su quali fatti e in che misura abbiano influito, – senza scomodare teorie letterarie considerate in A Sound of Thunder di Ray Bradbury e dal film The Butterfly Effect e per certi versi anche da Source Code e magari altri -; ogni risposta, alla fine, è frutto di un ragionamento individuale, che può diventare collettivo e opinione diffusa, in base a regole sociali, autorevolezza, capacità… argomento inesauribile.

Dall’inizio del Cinquecento e fino al 1620 ca, in Europa, si verificò un progressivo e non congiunturale aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità, cui seguirono avvenimenti ed effetti a catena: carestie, impoverimento, nascita delle officine, abbandono delle campagne, incremento demografico, aumento della domanda, svalutazione monetaria, inflazione, la crisi della corona Spagnola, che si indebitò con i Fugger (banchieri tedeschi), che a loro volta fallirono…

Il sistema economico di allora non prevedeva bilanci di previsione, ma solo consuntivi. Si contava molto sulla prodigalità dei nobili. Con l’inflazione a rimetterci erano i creditori, tenuto conto che i debiti non venivano mai saldati al 100%, erano favoriti gli affaristi, i borghesi. Si corse ai beni rifugio: case, terreni, imprese… Nel mercato si fece tangibile il fenomeno della concorrenza che finiva per favorire la scarsa qualità: ad esempio i tessuti inglesi erano preferiti a quelli italiani, più cari, per la tradizione dei produttori rinomati.

Gli storici si sono interrogati su questa serie di eventi e conclusero che ne fosse causa, soprattutto l’inflazione, prodotta dalla massiccia importazione di oro e argento in seguito alle nuove scoperte geografiche. Inutile dire che esse avranno avuto la loro parte di influenza sugli eventi europei, sull’economia e crisi del Mediterraneo, che dovette subire lo spostamento dei traffici e la decadenza dei porti più influenti, Genova, Pisa, Napoli e Venezia.

Questo collegamento esclusivo ha resistito fino ad epoca contemporanea ed era vero che essendo le monete coniate con i metalli preziosi, perdevano valore, causavano inflazione e aumento dei prezzi. Nella seconda metà del secolo scorso queste tesi furono messe in discussione; si constatò che l’aumento dei prezzi ebbe inizio prima della scoperta dell’America e riguardò soprattutto i beni di largo consumo, come gli alimentari. A causa dell’incremento demografico la domanda divenne superiore all’offerta, che a sua volta era insufficiente, per la scarsità degli addetti agricoli e dei metodi di coltivazione obsoleti.

Queste furono le premesse per la crisi del Seicento, che arricchì i nobili produttori/proprietari, i fittavoli, i mercanti, e impoverì ulteriormente chi viveva di un salario.

Ma come accennavo in premessa ogni avvenimento non può mai essere (o quasi mai, solo per evitare affermazioni assolute) fine a se stesso, è sempre originato da una causa, da più di una causa, una concatenazione di cause, che formano la Storia stessa. Cause prossime e remote, dirette e indirette.

Se volessimo partire da molto lontano potremmo tornare alla fine del Trecento con la decadenza di Costantinopoli e dell’impero bizantino, fino alla sua definitiva caduta nel 1453 per via dell’invasione ottomana, che per secoli minacciò l’Europa e costituì l’imput reale della crisi, con il blocco delle vie tradizionali delle spezie, verso le Indie.

In pochi anni si tentarono vie alternative doppiando il Capo di Buona Speranza e navigando verso occidente. Come sappiamo i paesi più attivi furono Portogallo e Spagna, seguiti da Olanda e Inghilterra e in tono minore dalla Francia. Gli stati italiani disponevano solo dell’iniziativa di navigatori privati e senza mezzi.

I rapporti amichevoli con i nativi americani durarono poco, iniziò presto la colonizzazione e vennero spazzate via civiltà come quelle Atzeca, Maia e Inca, altri popoli meno consistenti resistettero più a lungo, ma alla fine ebbero più o meno la stessa sorte.

Un fatto così epocale, che dà inizio all’Era Moderna, non può non avere avuto contraccolpi in Europa, può sorprendere piuttosto che essi siano negativi. Per questo le ragioni vanno ricercate anche all’interno delle politiche degli stati europei, e al tempo chi condizionava le sorti dell’Europa era la Spagna, in gran parte responsabile della propria decadenza per ragioni alle quali non si diede il giusto peso e soprattutto un peso economico.

Mi riferisco al fenomeno definito della limpieza de sangre, all’inquisizione, alla cacciata di ebrei (1499) e moriscos (1609), atti dei quali non si valutarono le conseguenze: sulla Spagna si concentrò l’odio di tutti i riformatori cattolici, definiti protestanti; la dipartita della ricchezza ebrea impoverì lo stato, mentre quella dei moriscos (eredi degli arabi ricacciati dalla reconquista) e successivamente anche dei conversos mori, tolse braccia determinanti all’agricoltura.

La discriminazione degli ebrei e la loro ghettizzazione è una storia complessa di antica origine, su ogni ebreo veniva fatta ricadere la colpa dell’assassinio di Gesù, il Cristo; mi chiedo sempre come mai tale atteggiamento non abbia interessato anche i romani: è dunque solo un pretesto. Il pregiudizio popolare è quasi sempre guidato dalla politica e dall’economia, capirei di più se esso fosse oggi legato al genocidio dei Palestinesi, ma non è così.

Quando politica e religione, molto colluse nella Spagna dell’epoca (il re aveva poteri sulla nomina dei vescovi), si impossessarono di questo ricorrente pregiudizio, lentamente si diede origine ai Conversos (dal latino conversus, “convertiti”, o Cristianos nuevos), gli ebrei e i musulmani che diventavano Cristiani, una sorta di marchio che ereditavano anche i loro discendenti. Si trattava evidentemente di conversioni di facciata, per convenienza, costrizione o indifferenza religiosa.

In poco tempo si imposero termini meno generici. I convertiti di origine arabo/moresca furono definiti moriscos, o anche mudéjar (corruzione di parola araba che significa “regolarizzato”), riferita in origine ai mori che intesero rimanere in Spagna ed erano autorizzati a praticare la loro religione. La mano della repressione fu in sostanza meno dura con gli arabi, messi di fronte alla scelta di convertirsi o andare via. Gli ebrei furono perseguitati anche dopo la “conversione”, in sostanza non vennero mai considerati davvero Cristiani, i più continuarono a praticare l’ebraismo di nascosto, finendo sotto i ferri dell’inquisizione. Per i conversos ebrei fu adottato il termine di marranos, dall’ebraico marah, ribelle, che desemantizzato ha assunto un significato molto dispregiativo. Ancora oggi, nella lingua sarda, il neologismo di un tempo, viene usato come forma di monito del tipo “Sei un marrano se fai questo o quello…”, senza che ci si chieda da dove venga la parola marranu.

La storia dei marranos è molto complessa, essi solitamente ricchi e influenti talvolta riuscivano ad infiltrarsi nelle maglie del potere e della chiesa, fino ad annoverarsi tra i santi (Santa Teresa d’Avila) e addirittura nell’inquisizione (si vocifera dello stesso Torquemada). Molti di essi si rifugiavano in convento.

Se ne descrivono tre categorie: quelli zelanti – che per dimostrare il loro distacco perseguitavano gli ebrei o li disprezzavano pubblicamente -, quelli falsamente convertiti e quelli costretti a forza che non abiurarono.

Vi erano addirittura epiteti ingiuriosi locali: in Catalogna haram (vietato), riferito al fatto che non mangiassero carne di maiale o xuetes, nelle Isole Baleari, dalla mistura con carne di porco che veniva consumata in pubblico per dimostrare la sincerità del loro cattolicesimo, mentre gli ebrei rimasti tali li chiamavano anusim (costretti), posizione indulgente; mentre per la chiesa ebraica, in molti casi complice della persecuzione, erano meshumadim (ebrei apostati).

Le cronache del tempo sono piene di episodi in cui, per futili motivi, si fa strage di marranos; talvolta fu l’autorità pubblica a dover intervenire in loro difesa, in questo senso maggiori furono le tutele in Portogallo. Ciò provocò l’abbandono della penisola iberica da parte di molti conversos, che cercarono asilo in stati europei più tolleranti, come la Francia, l’Olanda e alcuni stati italiani.

Non sembri strano dunque che parte delle vicende economiche e non che viviamo oggi, come fu per la rivoluzione dei prezzi la crisi dell’impero bizantino, trovino la loro origine nelle politiche iberiche di Cinque e Seicento, in altre parole, i nostri comportamenti oggi riguardano anche le generazioni future e ciò deve essere uno stimolo per contrastare l’imbarbarimento della politica globale.

(Storia moderna – 23.4.1997) MP

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SIAMO IN FASCIA PROTETTA

Lezioni condivise 77 – Isabella di Castiglia

31 Mag 2013 @ 3:05 PM

Non so a quanti possa essere capitato, ai tempi della scuola elementare, una sorta di apprendimento “random”, c’est a dire, percepire ogni tanto una parola o una frase mentre si era intenti a navigare con la fantasia per lidi più stimolanti e trasformare quanto captato in un concetto creativo, ma completamente avulso dalla sostanza della lezione.

La casistica potrebbe essere composita. Un esempio memorabile riguarda l’associazione di una parola, che infranse il fantastico viaggio, a un’altra omofona già conosciuta.

Resistenza per me era quell’aggeggio vagamente a forma di tempio a pozzo o di tomba egizia (da qualche parte devo aver raccontato delle decine di film di antichi egizi che mi son sorbito da bambino) che mio padre frequentemente sostituiva nel ferro da stiro, dicendo dopo averlo controllato “Est sa resistenza”.

Dopo le difficoltà ad accettare un’altra realtà e l’imbarazzo per il qui pro quo, mi chiesi certamente se fossi stato il solo ad andare in quella direzione così elettrica

L’altro aneddoto, più pertinente a questa lezione, riguarda un curioso scambio di persona.

C’è da premettere che tanti adulti persistono nel credere assolutamente ingenui i bambini, pur essendolo stati anche loro. Si comportano come se non ci fossero anche quando non sarebbe opportuno. Anche in TV ripetono continuamente “siamo in fascia protetta”, espressione molto “educativa” che non cadrà nel vuoto. Non ci si stupisca allora di veder stracciate le proprie convinzioni moralistiche di adulti, dimenticando che da bambini capitava di leggere fumetti come Isabella, Lucrezia e Messalina.

Ciò detto, per molto tempo fui convinto che le gesta della duchessa De Frissac, francese, del seicento e personaggio di fantasia, fossero quelle di Isabella di Castiglia da adolescente.

Alcuni storici immagino non abbiano avuto il mio stesso misunderstanding per avanzare dubbi sulla figura morale della Regina più famosa dell’età moderna, peraltro gli antagonisti, come in ogni conflitto radicale che si rispetti, la vorrebbero santa.

Isabella di Castiglia è una figura mitica della storia europea e non solo. Erede del casato di Trastàmara e d’Aviz, ma con un surplus di parentela nobiliare labirintica. Figlia del re Giovanni II, sorellastra del di lui successore Enrico IV, cui a sua volta successe nel 1474 – sebbene il regno rimase in bilico per la complicata guerra di successione intentata dai sostenitori di sua “nipote” Giovanna, indicata erede al trono quando si seppe delle nozze segrete tra lei e Ferdinando D’Aragona, celebrate nel 1469, che violavano il trattato che la designava regina con la clausola di sposare il re di Portogallo Alfonso V. Egli stesso avviò la guerra giacché diventato nel frattempo marito di Giovanna.

La figura di Isabella ha in parte oscurato quella del consorte, “cugino” d’adozione. Con il loro matrimonio si deve, de facto, la nascita dello stato moderno di Spagna, sancito dall’unione tra le corone di Castiglia e Aragona. Detta “la Cattolica”, a lei viene attribuita a torto o a ragione, in quanto regina dello Stato che finanziò il viaggio, la scoperta dell’America. Da lei e dal consorte fu accolto Colombo a Barcellona, e quando questi scoprì il nuovo mondo lo “donò” a Castiglia e Leon.

Le si attribuisce anche l’avvento dell’inquisizione in Spagna (fu forse più colpa di Ferdinando), ma è stata anche la regina del completamento della reconquista, conclusa nel 1492 con la presa di Granada.

L’ascesa al trono di Aragona di Ferdinando II non fu meno intricata, specie per le trame della madre Giovanna Enriquez; era lei che aspirava al matrimonio del figlio con Isabella, celebrato poi in segreto per l’opposizione dei nobili di Castiglia. Ferdinando era allora re di Sicilia. Successe al padre Giovanni II, re d’Aragona, solo nel 1479 e da questo momento operò di fatto come sovrano di uno stato unitario, sebbene legalmente i due regni fossero ancora distinti. Fu attivo soprattutto nella politica estera e militare, per la chiusura della faccenda di Granada, ultimo avamposto musulmano in Spagna e per la contesa con il Portogallo per la conquista del nuovo mondo, culminato con il trattato di Tordesillas del 1494, che in buona sostanza favorì la Spagna, rispetto alle bolle papali che lo precedettero.

In generale in quel periodo le monarchie venivano concepite come proprietà privata del sovrano, tale era la Castiglia per Isabella. Più complesso il discorso per l’Aragona, il cui territorio più importante, la Contea di Catalogna, con la città di Barcellona che godeva di particolari privilegi, era governato dalle Cortes (Generalitat), che diedero parecchio filo da torcere a Ferdinando.

Questi costituì il Consiglio d’Aragona nel 1494; ne facevano parte anche i castigliani, per la reciproca informazione e rappresentanti di tutti gli stati della corona (per la Sardegna, in un primo tempo parteciparono gli stessi catalano-aragonesi di stanza nell’isola, solo dopo il 1600 furono nominati realmente dei sardi).

Benché i due regni fossero uniti di fatto nella figura dei sovrani, le loro istituzioni rimasero separate. La Castiglia in quanto regno più ricco, fu quello in cui i sovrani stabilirono la loro residenza (per Aragona e Catalogna fu nominato un viceré). Tuttavia si trattò di una sorta di regno itinerante con continui spostamenti, specie da parte di Ferdinando.

La capitale era allora Toledo, ma la politica veniva esercitata prevalentemente a Valladolid e le questioni economiche a Burgos.

Un problema spinoso per i reali di Castiglia era la prepotenza nobiliare nel territorio e i numerosi privilegi concessi alle città. L’imposizione del Tribunale della “santa” inquisizione, nel 1478 fu dunque anche uno strumento politico per il controllo del dissenso e degli abusi.

I re cattolici fin dal 1482, per la loro fedeltà alla chiesa, ottennero il privilegio di designare i vescovi spagnoli al papa per la successiva nomina; questa presentazione avveniva sotto forma di supplica. Essi sfruttarono questo privilegio organizzando le terre della reconquista anche sotto il profilo religioso fin dal 1486.

Non tutto il potere fu concentrato nel Consiglio Reale. Isabella organizzò lo stato con i tre rami: nobiliare, clericale e reale (città regie) nelle cortes (il parlamento), rispettò le autonomie regionali e i fueros (consuetudini) e questo, insieme al suo senso di giustizia e clemenza, le procurò il consenso popolare.

Promulgò un codice valido per tutto il regno, che venne pubblicato nel 1484 con il titolo di Ordenanzas Reales de Castilla. Ella presiedeva quasi settimanalmente le sedute dei tribunali e dava pubblica udienza a chiunque ne facesse richiesta.

Creò i tribunali locali, le audencias; in Sardegna la “Reale udienza”, che essendo lontana dal potere centrale, godeva di ampi poteri. C’era anche un tribunale di ultima istanza, con la sola possibilità di grazia da parte della Regina.

Costituì inoltre delle commissioni o consigli (auxilium et consilium) su guerra, stato e ogni altro aspetto di governo, garantendosi un più efficace controllo della nobiltà.

In funzione di legare la corte con le città fu istituita la figura del Corregidor (sorta di commissario); non doveva essere del luogo in cui operava, né avervi parentele o interessi. La funzione era a tempo determinato e prima di lasciare l’incarico il suo operato era soggetto a controllo.

La guerra per la conquista del sultanato di Granada non fu semplice, durò undici anni, dal 1481 al 1492 e la capitolazione degli arabi fu dovuta a loro controversie interne e tradimenti, peraltro familiari, su cui si raccontano storie degne dei festini arcoresi.

Insomma ci fu una parte che vendette Granada e diede pure una mano a sbarazzarsi dell’altra. Nel trattato che ne conseguì del 1491, gli spagnoli si impegnavano a garantire la libertà religiosa ai musulmani. Solo pochi mesi dopo, sciolto il Sultanato, questi diritti vennero revocati con il decreto di Alhambra (che nella sostanza riguardava l’espulsione degli ebrei non convertiti al cristianesimo) e l’iniziò della campagna per la limpieza de sangre, che coinvolse anche i musulmani (moriscos) e gli ebrei (conversos o marrani) convertiti, discendenti compresi, giacché ben presto si cominciò a sospettare che le conversioni fossero solo fittizie e si continuassero a praticare le religioni di provenienza in privato, solo per non essere espulsi; ma a moriscos e conversos, fu destinato anche di peggio, accusati di eresia, furono le vittime primarie dell’inquisizione.

(Storia moderna – 21.2.1997) MP

Commenti (1)

“Siamo in fascia protetta”
1 #
giulia
g@alice.it
87.4.24.132
Inviato il 29/05/2013 alle 00:31
Dinnanzi alla storia non si favella… o sì?

COME UN UOMO SULLA TERRA

Lezioni condivise 31 –  Inquisitio haereticae pravitatis sanctum officium

31 Mag 2009 @ 11:51 PM

Mi capita spesso di pensare ad un periodo alternativo nel quale avrei voluto vivere, ma in qualunque periodo storico abbia trovato degli avvenimenti affascinanti o una vita privata interessante, beh, i contro sono sempre superiori ai pro… Dunque non vi dirò che avrei voluto vivere nella preistoria o al tempo dell’impero romano, nel medioevo, nel settecento e così via… sarei tentato di dire che vorrei vivere nel futuro, ma che ne so? Chi può dire che non sarà peggio del tempo in cui viviamo… I segnali in effetti non sono incoraggianti.

Oggi, ad esempio, ho potuto vedere cosa c’è dietro i respingimenti tanto cari ai ministri fascisti e a quella rottura di Maroni… Quello che a noi viene raccontato come un normale viaggio di ritorno degli esuli africani verso il porto da cui sono partiti, è in realtà solo l’inizio di un’odissea a base di violenze, rapine, stupri, riduzione in schiavitù, carcere… A Luglio il film che denuncia tutte queste crudeltà (Come un uomo sulla terra) sarà trasmesso in TV; ce n’è abbastanza per mandare Berlusconi e il suo governo davanti alla Corte di Giustizia internazionale per concorso in crimini contro l’umanità…

Il fantasma di Vico aleggia su di noi…

Certo non sarebbe stato bello vivere in Spagna ai tempi del Tribunale della “santa” inquisizione…

L’inquisizione spagnola aveva come compito primario quello di processare gli eretici, ma fu spesso un pretesto per interferire anche sulla cultura, la politica, la società e soprattutto la “libertà” del tempo, specie quella esercitata attraverso la neonata stampa. Ogni libro era soggetto a verifiche.

Essa fu applicata in campo religioso per mantenere l’ordine cattolico ortodosso.

Dopo una prima comparsa ufficiale nel XIII secolo sotto il papa Gregorio IX, l’inquisizione vera e propria prese piede in Spagna nel XV secolo sulla scia di un crescente sentimento antiebraico e anti islamico.

Ferdinando istituì l’inquisizione sotto l’aspetto locale in Aragona. All’inizio ci furono resistenze da parte papale; si ebbero contestazioni in Catalogna, ove essa veniva vista come un attacco alla libertà e ai privilegi catalani.

Fu Sisto IV a concedere a Isabella di Castiglia e al consorte Ferdinando d’Aragona, la nomina autonoma di inquisitori a Siviglia, fu il riconoscimento di fatto dell’autonomia dell’inquisizione spagnola.

Nel 1481 iniziò la persecuzione degli ebrei, compresi i “conversos”, accusati di praticare il giudaismo di nascosto. Di lì a poco cominciò ad operare il frate domenicano Tomàs de Torquemada, che attuò un vero e proprio periodo del terrore. Centinaia di presunti eretici vennero arsi sul rogo, in persona o in effigie (quando non venivano rintracciati).

Il 6 febbraio 1481, a Siviglia, si tiene il primo autodafé cioè “atto di fede”, un rito in cui si giurava la propria fede, si dimostrava il pentimento e l’avvenuta conversione. Gli imputati sfilavano nella piazza della città, indossando grandissime mitre e dei “sambenitos” (abiti gialli su cui erano rappresentati i loro peccati e che venivano poi appesi nelle chiese delle loro parrocchie come segno d’infamia per loro e le loro famiglie. In generale il colore dell’abito individuava la loro colpa). Si trattava di brutali cerimonie nelle quali gli imputati venivano umiliati e castigati pubblicamente. Goya li ha rappresentati in modo efficacissimo.

I domenicani, noti per essere garanti della “giusta fede” gestivano il Tribunale. L’opposizione ad esso fu scarsa, anzi godeva di appoggio popolare, essendo considerata l’eresia un pericolo sociale.

Il tribunale aveva una sua struttura, tuttavia – come temeva il papa – l’inquisizione spagnola fu uno strumento nelle mani dei monarchi Isabella e Ferdinando.

L’inquisitore generale e la suprema corte, organo della struttura inquisitoria, venivano scelti dal re, e attorno c’era una forte organizzazione, numerosi funzionari, cui veniva associato anche il vescovo, che di norma non partecipava.

Vi erano le figure dei chiarificadores (esperti, periti), il carcerero, il portero, il medico (serviva per interrompere la tortura nel momento limite, era tuttavia una figura abbastanza relativa), il cappellano, il barbiere e tanti altri.

Gli inquisitori non dovevano avere “mala sangre” (sangue ebreo, moro o eretico), ma avere limpieza de sangre. Tra i privilegi degli inquisitori vi erano, l’esonero dalle tasse, alloggio gratuito, prezzi scontati, esonero a fornire ospitalità ai soldati (era un obbligo per gli altri cittadini), potevano portare le armi… tutti privilegi che venivano usati anche per secondi fini. A molti di questi privilegi erano ammessi anche i familiari. Agli eretici invece venivano confiscati i beni.

Nel 1560, sotto Filippo II, si cominciarono a rilasciare i certificati di limpieza, contenenti la genealogia che doveva attestarla.

Anche i bigami venivano considerati eretici, punto a svantaggio dei moriscos, che potevano avere fino a quattro mogli. Le pene per i religiosi erano più lievi, sospensioni dagli uffici più che altro…

Una volta sconfitti gli eretici, l’inquisizione si dedicò a reprimere altre attività, presunte illecite.

Gli inquisitori praticavano le visitas de los novios (dei promessi sposi); potevano autorizzare la lettura dei libri proibiti a persone ritenute di fiducia, ad esempio i gesuiti. Molte biblioteche oggi importanti si sono potute arricchire grazie a quelle dei gesuiti, che potevano avere i libri proibiti.

Altra attività dell’inquisizione fu la caccia alle streghe: le donne diventarono il capro espiatorio di tutto quanto accadeva: eventi atmosferici, siccità, mortalità infantile (vedi romanzo La chimera di Sebastiano Vassalli, Einaudi 1992, ambientato nel 1590).

Anche i discendenti dei condannati ne portavano l’onta ed erano discriminati, esclusi da vari diritti.

La procedura inquisitoria aveva delle regole particolari.

Le colpe non venivano comunicate. Vi era il tempo di grazia, cioè quello in cui si poteva procedere a confessioni volontarie e alle assoluzioni. Altrimenti si andava avanti con gli interrogatori. Non essendo nota l’accusa, si procedeva per domande generali per far emergere l’eresia. Anche l’avvocato difensore se eccedeva nella difesa, rischiava di essere considerato eretico.

L’accusato doveva parlare, se taceva si ricorreva all’incatenamento, alla privazione del sonno, alla tortura; per questi motivi diversi processi si protraevano nel tempo.

In Sardegna l’inquisizione non ebbe un impatto rilevante, essa si manifestò soprattutto per i privilegi. Nelle zone dell’interno gli inquisitori venivano eliminati fisicamente appena arrivavano.

Come vittima, si ricorda la figura di Sigismondo Arquer condannato al rogo in Sardegna in effigie, in seguito a ripetute persecuzioni da parte di suoi avversari politici. Dovette riparare in Spagna più volte, finché, accusato di aver commentato la Bibbia e considerato protestante, dopo un processo durato sette anni, fu arso vivo a Toledo il 4 giugno 1571.

Dunque Sì, sbaglieresti a voler vivere a cavallo tra quattro e cinquecento per cuccarti Ferdinando I, come io Isabella… ci toccherebbe il rogo… meglio la Santacroce (e siamo pure in tema)… o Rosa… buona per tutte le stagioni.

(Storia moderna – 29.3.1996) MP

Commenti (26)

Come un uomo sulla terra
26 #
Ros4
ilmiogiorno.blog.tiscali.it//
151.95.202.97
Inviato il 22/07/2009 alle 21:59
Ciao, Angel…sono passat per un saluto.
(Protagonista dei tuoi post?!! Caspiterina…non mi dispiacerebbe affatto!! 🙂 )

Come un uomo sulla terra
25 #
celia
78.15.203.65
Inviato il 21/07/2009 alle 11:13
Ti lascio un saluto.
Basitteddu 🙂

Come un uomo sulla terra
24 #
giampaolo
riflessioniallospecchio.blog.tiscali.it
88.51.210.128
Inviato il 20/07/2009 alle 16:18
Ciao angel,per caso sei in ferie?Un saluto.giampaolo.

Come un uomo sulla terra
23 #
Darjeeling
sulsofa.myblog.it
79.21.150.209
Inviato il 19/07/2009 alle 17:32
ciao,
grazie per le visite.
per ora sono acora in pausa, poi si vedrá.
Sabrina

Come un uomo sulla terra
22 #
Sonya
sonya.blog.tiscali.it
188.217.4.243
Inviato il 15/07/2009 alle 09:13
“(…) Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sà che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza…e quindi…”
(da Caro diario, Nanni Moretti)

Come un uomo sulla terra
21 #
diotima
diotima47.blog.tiscali.it
93.46.70.83
Inviato il 13/07/2009 alle 13:45
io so che in qualunque periodo fossi vissuta sarei stata tra quelli che la prendono nel culo, onde ogni epoca è uguale per me.
Mi difendo facendo un buco nel tempo e trovandomi scappatoie…di vario genere

Come un uomo sulla terra
20 #
Timo
192.87.16.130
Inviato il 12/07/2009 alle 19:44
Ciao,scopro solo ora questo interessantissimo post…mi son sempre chiesta(ma non tanto da andarne a cercare le origini ovviamente) perch`si dicesse sa famini ‘e su doxi…sai quelle domande che ti fai al momento e poi scordi: dovrei imparare ad annotarmi i dubbi imporvvisi cosí quando ne ho occasione posso ricercare!
saluti

Come un uomo sulla terra
19 #
diamanta
diamanta.splinder.com
87.13.5.149
Inviato il 08/07/2009 alle 21:27
PER QUANTO RIGUARDA ILCOMMENTO CHE HAI LASCIATO DA ME:
Angel un post non può contenere tutti i nodi che ho nella mente, ne ho scelti tre antichi che dipingono tre tipologie, e due che stanno, ahimè nascendo in questi, giorni.
Ma sarebbe riduttivo e impossibile in un post di poche righe riuscire a scrivere tutti i nodi di questo mondo.
Ma il tuo commento mi ha dato l’idea di un nuovo post (che stasera non riesco a scrivere).
Mi hai fatto da musa ispirattrice ^__^
PER IL TUO POST
quello che scrivi è legato a post che avevo scritto io qualche giorno fa, tu sei stata dettagliata con anni, periodi storici io ho fatto solo una riflessione e ho parlato di una favola, ma che non è altro che una metafora di vita.

Come un uomo sulla terra
18 #
faraluna
speranzadivita.blog.tiscali.it
78.15.221.154
Inviato il 07/07/2009 alle 14:06
Ciao Angel, è la prima volta che sento dire che in estate il tempo è ancora più tiranno!:-)))
Per me è il contrario.:-)))
Un bacio.:-) faraluna
P.S.: Scrivimi quando vuoi e….quando il tempo non sarà per te tiranno!:-))))….Dovrebbe essere quando passa l’estate,giusto???:-))))

Come un uomo sulla terra
17 #
maryloo
maryloo.blog.tiscali.it
87.24.231.181
Inviato il 05/07/2009 alle 09:41
Si per ora ma sto per chiudere. Buona continuazione.

Come un uomo sulla terra
16 #
salem
94.38.73.130
Inviato il 04/07/2009 alle 09:47
ma proprio con un post sull’inquisizione mi sei venuto a trovare?!!! 🙂
E’ da poco che sono tornata, ma su Versoinfame non ero mai andata via 🙂

Come un uomo sulla terra
15 #
violacolor
violettanet.blog.tiscali.it//
79.32.244.40
Inviato il 03/07/2009 alle 11:30
wow – inquisizioni liberta – verita etc
molto interessanti tt i comm ke mi precedono
ciao A – b wend
.) v

Come un uomo sulla terra
14 #
fanta
fantaghiro.blog.tiscali.it//
151.33.188.124
Inviato il 02/07/2009 alle 18:10
un frullato t va bene?

io sarei voluta vivere ai tempi della belle epoque, ricca e noisamente annoiata, che lusso!

Come un uomo sulla terra
13 #
AriaDiTerra
ariaditerra.blog.tiscali.it//
80.182.94.173
Inviato il 30/06/2009 alle 14:06
Ciao. E’ la prima volta che visito il tuo blog e lo trovo molto stimolante.
Non avevo mai sentito della resistenza sarda all’inquisizione. Rapida ed efficace. Segno di un forte senso di appartenenza ad una comunità intesa come un tutto unico. Dovremmo forse ogi ritrovare questo senso di appartenenza per difenderci dalle “nuove” inquisizioni che tentano di addormentare il libero pensiero a favore del pensiero unico.

Come un uomo sulla terra
12 #
Ros4
ilmiogiorno.blog.tiscali.it/
151.95.207.94
Inviato il 30/06/2009 alle 00:33
Brr-ivido interessante, questo tuo post, se ripenso che spesse volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto vivere nel Medio Evo (ebbene sono matta, sì)e che affermo spesso che per il mio modo di pensare mi avrebbero messa al rogo.. Sorrido..
Non sono sparita, anche se gli impegni sembrano inghiottirmi per lunghi periodi sottraendomi il tempo per indugiare in cose che mi piace fare, come ad esempio stasera a “chiacchierar” con te.
Un abbraccio.
Rosa

Come un uomo sulla terra
11 #
ivy
78.12.168.250
Inviato il 29/06/2009 alle 22:41
ma no… il post era di fedra.. io sempre pensavo a ticchia e basta 🙂
bevuto caffè con lui qualche giorno fa.. ancora non ci credo..

Come un uomo sulla terra
10 #
Timo
192.87.16.130
Inviato il 26/06/2009 alle 20:50
Poi leggo, ora solo un commento fugace sul tuo lasciato da Celia: tocca abarra ita ci faisi! io pensavo lo dicessimo solo nell amia bidda, e invece…:-D a presto

Come un uomo sulla terra
9 #
Eva
82.60.176.222
Inviato il 25/06/2009 alle 00:21
O Adamo,
ma le mele non ce le passano gratis?
Se nel Paradiso terrestre nn ci passavano manco quelle, forse nn vale la pena cascare nel peccato originale…La prima inquisizione, …povere donne! Anche se il morso della conoscenza l’abbiamo noi dato per prima…
Adamo, ti sto tentando…

Come un uomo sulla terra
8 #
iris.m
87.6.67.94
Inviato il 24/06/2009 alle 15:16
ciao, io sarei voluta vivere in andalusia.sicuramente mi consigli tu l’epoca storica……..non eri tu l’assente…..io sono assente……..ciao.i.

Come un uomo sulla terra
7 #
Grazia
lafontedeglidei.it
78.12.217.244
Inviato il 22/06/2009 alle 20:08
..caro amico ti consiglio di leggere un bellissimo libro ambientato ai tempi dell’inquisizione spagnola dove è citata marginalmente la storia sarda….” la cattedrale del mare” di Ildefonso Falcones…non rimarrai deluso…
un caro saluto, ciao.

Come un uomo sulla terra
6 #
faraluna
speranzadivita.blog.tiscali.it
78.15.221.154
Inviato il 22/06/2009 alle 04:10
Mi è accaduto di pensare in quale epoca mi sarebbe piaciuto vivere, a volte guardando un film…
La mia scelta cambia di volta in volta, ma la trovo ogni volta superficiale, perchè condizionata soprattutto da cose superficiali, come per es. il tipo di abbigliamento femminile….
In verità non so esattamente in quale epoca, ma mi sarebbe piaciuto vivere tra gli indiani o tra gli zingari(intendendo per zingari non quelli che conosciamo oggi, ma quelli che vediamo nei film, e che trovo molto affascinanti!).:-))))
Un bacio.:-) faraluna

Come un uomo sulla terra
5 #
cleide
ritmididentro.blogspot.com
62.10.194.237
Inviato il 18/06/2009 alle 00:31
Dovrebbe farci riflettere che a rendere giustizia e dignità alla verità siano sempre più spesso i film e non l’informazione ufficiale.
Pensare di trovarmi bene a vivere un un altra epoca proprio no, ma se avessi a disposizione una macchine del tempo magari farei una capatina alla gloriosa corte di Federico II.:)
Non far caso alla mia colonna dei link. In teoria dovrebbero comparire in base all’ultimo post pubblicato, in pratica se ne vanno per conto loro. Quello di Sanchez addirittura mi sparisce un giorno si e uno no. Pià o meno come il suo blog.)))

Come un uomo sulla terra
4 #
emma
82.60.161.197
Inviato il 17/06/2009 alle 19:29
Un momento storico in cui vivere? E perché no, Adamo ed Eva, mica male eh…e tutti sarebbero discesi da me…:-)

Come un uomo sulla terra
3 #
celia
78.15.165.246
Inviato il 17/06/2009 alle 17:43
E guardiamoci questo film, come un uomo sulla terra. Cosa cambierà? Niente. Anche io vorrei vivere nel futuro perchè sto cazzo di presente mi soffoca. Come a tutti penso. Ma poi nel futuro staremo meglio? Chi lo sa. Tanto da li non si scappa. Dal passato si può da quello che ci attende possiamo solo sperare. E se non sarà come vorremmo sara’ solo ed esclusivamente colpa nostra.
Sono pessimista. E un giorno mi spiegherai cosa cavolo ti fumi quando componi le immagini dei post 🙂 )
Unu basu Angel, ci sono, ti leggo ma voglia di scrivere saltami addosso 🙂

Come un uomo sulla terra
2 #
Lady Ginevra
lady_ginevra.blog.tiscali.it
87.20.80.122
Inviato il 17/06/2009 alle 00:48
Il Tempo? un valore infinito ….
‘notte serena
Ginevra 🙂

Come un uomo sulla terra
1 #
ivy
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
78.12.171.233
Inviato il 14/06/2009 alle 22:27
he he he anche io uscivo con pigiama e camicia da notte in quegli anni 🙂 ma lo facevamo tutti e non sembrava neanche strano.

I MIEI OMAGGI !

Lezioni condivise 4 – Da Carlo V a Filippo II

(per gentile concessione è possibile leggere a puntate) *

Sono sereno, non so bene da cosa dipenda, forse dalla Bandabardò, ca megat a mi nci pigai (no d’as comprendiu? … e insaras scis ita ti nau? precisu precisu su ki at nau su maistu Cicitu Masala: ki no dhu cumprendint, dhu studiant!) – cosa sono questi mormorii, è successo qualcosa? dicevamo? ah! ….. – , forse dal fatto di avere un intero anno davanti, un libro di 365 pagine vuote da riempire a dovere con i colori della vita e il sorriso (grazie M.A.)… Ho capito, voi non avreste sprecato cinque righe e fin qui della sesta, per dire che siete sereni, ma talvolta l’arte dello scrivere è dire niente in tantissime pagine.

Peraltro questa volta ho messo in atto anche le mie doti magiche – trasmessemi dal mio trisavolo Giovanni M., vissuto in pieno ottocento, e a cui rendo omaggio (bisogna rendere omaggio, torrai gratzias, io in queste poche righe l’ho già fatto quattro volte e a momenti lo farò per la quinta), evitandogli la totale damnatio memoriae (…fischiano J. ?) – nel senso che scrivo nel 2007, ma voi mi leggete l’anno scorso (non è un’improprietà è stregoneria) e il post nasce con oltre 100 visite al suo attivo (sempre che i 100 sappiano leggermi nel pensiero).

Rendo omaggio oggi (e siamo a sei… state tenendo il conto?) a Maria Luisa P., la mia professoressa di Storia moderna, riesumando la prima lezione con lei, rischiando anche la rescissio actorum (altro che socing!!!).

Torniamo indietro di quasi cinquecento anni (… e it’est, meda?), esattamente al 1519, quando Carlo di Gand (figlio di Giovanna la Pazza – a sua volta [consentite un po’ di pettegolezzi] figlia di Ferdinando d’Aragona e, nientepopodimenoché, Isabella di Castiglia [che conobbi in più tenera età, non vi dico in che forma…] – e Filippo d’Austria, il Bello [a vedersi non si direbbe!]), già re di Spagna, divenne imperatore con il nome di Carlo V.

Carlo d’Asburgo (I come re di Spagna, V come imperatore) operò per quasi mezzo secolo in un contesto molto complesso, che il suo impero non contribuì a semplificare. Nel Mediterraneo imperversavano gli ottomani, supportati dai pirati algerino-barbareschi; del suo tempo è il leggendario Barbarossa (Khair-ad-din).

Il suo sogno era realizzare un impero universale, unendo la cristianità, in difesa del cattolicesimo e contro il protestantesimo. Cosa che non gli riuscì, anzi, nel 1555, prima di abdicare in favore del fratello Ferdinando I d’Asburgo, fu costretto a sottoscrivere la Pace di Augusta (o di religione), sancendo la divisione della Germania (“cuius regio, eius religio“) tra cattolici e luterani, escludendo peraltro altri protestanti dalla pace, disconoscendo qualsiasi diritto a chi non seguiva la religione del proprio Principe.

Precedentemente, abbandonato dal papato per i suoi atti compromissori con il luteranesimo, caldeggiò la convocazione di un Concilio Ecumenico per dirimere i contrasti tra Cristiani e favorire una riforma della cristianità occidentale; contrastato in questo da Clemente VII, che temeva le dottrine conciliariste anti-papali. Ma quello che fu poi il Concilio di Trento, non andò certo nella direzione desiderata dall’imperatore. Al contrario si trovò a governare la Spagna, paladina della controriforma e dell’integralismo cattolico, il cui braccio era la Compania de Jesus.

La Spagna era la patria dell’inquisizione, che si accaniva soprattutto contro i conversos, sia prima che lo fossero sia dopo, segnandoli, in particolare gli ebrei, marrani; mentre gli arabi erano detti moriscos.

Queste discriminazioni, anche nei confronti dei convertiti, iniziarono all’indomani della conquista di Granada, nel 1492, atto fondamentale della reconquista e avvenivano nel nome della limpieza de sangre, dunque la tutela della hiberidad e la nobleza d’origine visigota, basata su un forte senso dell’onore, che tra l’altro considerava immorale il lavoro manuale e a fini di lucro (da qui una forte avversione per gli ebrei, che esercitavano il commercio, l’artigianato, erano medici, avvocati, usurai…). Se la limpieza poteva avere un lieve fondamento storico, causato da un sentimento di rivalsa anti-arabo, degenerò subito a sorta di caccia alle streghe, con l’espulsione degli ebrei e mori, dividendo la popolazione tra puri e impuri. Fu un grande problema del cinquecento, ma come sappiamo si proiettò anche in secoli più vicini a noi.

Nel tempo di Carlo operò anche Erasmo da Rotterdam (Geert Geertsz, noto Erasmus), cattolico illuminato, che pur condividendo alcuni aspetti della Riforma, restò dentro la chiesa a capo di un movimento culturale, che intendeva riformare gli aspetti più retrivi. Suoi seguaci in Italia furono i fratelli Alfonso e Juan de Valdes, inquisiti per eresia; in particolare il secondo subì l’influenza degli Alumbrados (illuminati), un gruppo filo-gnostico nato in Spagna, costituito da eremiti e profeti, seguaci di Isabella de la Cruz, a sua volta perseguitato.

Come accennato Carlo abdicò in favore del fratello relativamente all’impero, ma cedette al figlio Filippo II, il Regno di Spagna e le Fiandre; separò cioè di nuovo quello che era stato unito sotto di lui e in particolare la strana unione Spagna – Germania.

Filippo II operò in piena controriforma. Il padre gli aveva lasciato una brutta eredità quanto ai rapporti con il papato. Carlo V, patrono della Fede (pro domo sua) – sembra sia stato anche scomunicato da Paolo IV, con l’accusa di favorire i movimenti ereticali – entrò in guerra con lo Stato Pontificio, alleato con la Francia. I due erano acerrimi nemici da lunga data.

Appena salito al trono di Spagna, nel 1556, Filippo II si offrì come difensore dell’antica fede. Ripristinò buoni rapporti con Paolo IV, esponente del nepotismo di marca medicea. Paolo IV cercò di rinfocolare il conflitto franco-spagnolo, ma ciò alla fine danneggiò il papato stesso. Dopo di lui a Roma prevalse l’ala riformista, più vicina alla fede che agli interessi temporali e così aumentò anche la collaborazione con Filippo II, che intanto nel 1571 incassò, nella leggendaria battaglia di Lepanto, una storica vittoria contro l’Islam.

Filippo inasprì la lotta anche sul fronte luterano, ma cominciarono ad insorgere problemi economici, il regno spagnolo fu messo in mora dai creditori e si ripresentarono anche dissidi con il papato, a causa delle reciproche interferenze. In particolare ci fu un vero e proprio conflitto con Gregorio XIII sulla Compagnia di Gesù, che per il Re era un ostacolo materiale al suo potere, nel quale si intrometteva.

Con Sisto V il potere temporale della chiesa si accentuò, ma all’isolamento della Spagna in Europa, coincise un riavvicinamento con il papato.

Nel 1568 dovette fronteggiare, anche in prima persona, la rivolta dei moriscos, che non erano disposti ad accettare né l’assimilazione religiosa, né la varie restrizioni alla propria vita. Una prammatica apposita costringeva i giovani arabi a frequentare scuole cattoliche lontani dalle loro famiglie, era imposto il cambio del nome, l’uso del castigliano (o il catalano per la Valenza); conseguentemente era vietato l’uso dell’arabo scritto e parlato, possedere libri islamici, perpetrare le proprie tradizioni e le festività arabe, anche civili, inoltre i contadini arabi subivano una forte pressione fiscale.

Rifugiatisi sulle montagne dell’Alpujarras, i moriscos resistettero fino al 1570, poi dovettero soccombere alla violenta offensiva spagnola (saranno espulsi in massa da Filippo III nel 1609, una volta appurata l’impossibilità di integrazione).

L’espulsione del moriscos, specie verso la vicina Africa, causò un rilevante spopolamento di Andalusia e Valenza, nonché una crisi in ambito agricolo, per le ragioni già ricordate sopra.

Nella sua fase discendente Filippo II fini screditato in tutta Europa, rendendo in parte improprio l’appellativo di Prudente. Fu il Re dell’unione della penisola iberica (re del Portogallo nel 1580), ma anche quello che perse le Fiandre (Olanda), subì lo smacco di Elisabetta I, che prima lo rifiutò in sposo, poi gli distrusse l’invincibile armada e il fallimento anche nella successione francese.

Inizia con la sua fine il ridimensionamento della potenza spagnola. Eppure il suo nome diviene epico nell’affascinante opera di Fernand Braudel e anche Filippo II si fa Mediterraneo e insieme mito.

Non è facile raccontare Carlo V e Filippo II in così poco spazio, spero di aver indotto in voi un po’ di curiosità, se dopo settimane di lettura a singhiozzo, siete finalmente arrivati, stoicamente a questo punto, meritate comunque un premio: ecco a voi “Venere allo specchio”. Nel darvi appuntamento alla prossima, spero di incontrarvi nel frattempo a passeggio tra le brume della storia.

(storia moderna – 4.03.1996) MP

* pregasi acuminare le punte con cura

Bonu printzipiu de annu e mellus fini!

Riferimenti: in su sinnu de…

Commenti (41)

  1. ivy phoenixscrive:

31 Gennaio 2007 alle 23:01

embè?! il post nuovo quando arriva?
ciaooo

  1. indioscrive:

30 Gennaio 2007 alle 19:43

Dago te angel
indio

  1. jennynutellascrive:

29 Gennaio 2007 alle 08:03

Ti auguro una splendida settimana e ti lascio un piccolissimo pensiero su cui riflettere: a volte basterebbe far parlare il cuore… Riflettici e agisci di conseguenza. E non permettere a nessuno di ferirti, di recintarti i desideri o di non dire. La vita va vissuta sulle ali del cuore. Good luck e tanti, tanti baciottini al gusto nutella, Jenny

  1. ivy phoenixscrive:

28 Gennaio 2007 alle 15:18

qualche giorn o fa avevate pure una tromba d’aria eh?
beh a noi è arrivata la neve.. anche se se ne è già andata..
ciao
bacione

  1. falivenesscrive:

26 Gennaio 2007 alle 14:34

…Sta morendo M*******, altro che scongiuri, la Fede serve a rendergli meno dura (e consapevole!)la morte.
Oh Angel è tutto così angosciante…la compagna mi ha detto che cerebralmente è gia confuso(speriamo che sotto questo aspetto peggiori subito(!)Ieri ancora riconosceva sto aspettando il pomeriggio per saperne di più.Ti abbraccio, abbi cura di te;-)Sà

  1. scrive:

26 Gennaio 2007 alle 10:32

..Nel sogno due notti fa ho visto un uomo che moriva e prima di andare via sorridendo mi porgeva un fiore era un piccolo myosotis…Ieri sera tra la mia posta ho trovato un messaggio della compagna di Patrick Indy Stroppa, Indy sta MORENDO…questione di giorni!
Che cosa sono i Sogni???

Ciao M******tvb;-Sà

  1. G.scrive:

24 Gennaio 2007 alle 23:36

leggerò a breve la prima puntata

  1. Jean Harlowscrive:

23 Gennaio 2007 alle 15:32

SOS, blocco della scrittrice e dell’artista, polizia di stato, prelevatemi e portatemi in un cubo al neon, asettico asettico e rigenerate lin!!

  1. jennynutellascrive:

23 Gennaio 2007 alle 11:44

Buona settimana, besos, Jenny

  1. ivy phoenixscrive:

22 Gennaio 2007 alle 23:28

letto! quello che scrive è esatto…
aggiungo, per gossip che proprio a maria tudor, la sanguinaria è stato dedicato il cocktail bloody mary, giuro!!!
ciaoooo

  1. ivy phoenixscrive:

22 Gennaio 2007 alle 23:25

Red Canzian non so se è triestino… il cognome è usuale da queste parti.. e mi pare abbia una casetta carina qui, sì..
mo’ mi leggo il commento di falivenes…. so che insegna filosofia… quindi forse anche storia..

  1. angel_aladiahscrive:

22 Gennaio 2007 alle 15:46

ciao Angel
mi fa piacere che qualcuno, sebbene non mi conosca, si preoccupi per me
mi addolora sapere che da un po’ di tempo anche a te le cose vanno male, ma in te vedo anche tanta forza per reagire in maniera positiva
si credo di essermi persa, ma vuoi sapere una cosa? non credo di volermi ritrovare, meglio restare ai margini, nascosta nel sottobosco di questa inutile vita che riserva soltanto dispiaceri
fortuna che sono un essere mortale e non un vero angelo
un abbraccio
angel(?) aladiah

  1. dany637scrive:

19 Gennaio 2007 alle 23:54

Buon fine sett.!

  1. marioscrive:

19 Gennaio 2007 alle 13:50

Stia bene.

  1. angel_aladiahscrive:

19 Gennaio 2007 alle 10:32

fiuh, mi è venuto il mal di testa per leggere il tuo post
sai, a me la storia non è mai piaciuta perchè non riesco mai a ricordare nomi e date
strano però perchè ricordo sempre le date dei compleanni e persino degli anniversari di matrimonio dei miei amici, parenti e colleghi, boh!
hai ragione, sono in crisi, la mia fede vacilla
e se prima ero contraria all’eutanasia ora sono addiritura a favore del suicidio assistito anche per chi non essendo malato si è semplicemente stancato di vivere
lo so che è stupido reagire così ad una delusione, ma io non sono più io, non c’è più nulla che abbia importanza per me, nemmeno la mia famiglia ormai
ciao, Aladiah

  1. indioscrive:

19 Gennaio 2007 alle 09:29

un saluto a te

  1. jennynutellascrive:

18 Gennaio 2007 alle 09:19

Non ero io con Jean a Stoccolma…anche se penso lei mi abbia portata nel cuore ihihih Un bacino, Jenny

  1. falivenesscrive:

17 Gennaio 2007 alle 13:05

…Hai ragione solo in una cosa era la Tudor e non la Stuarda(stupida e frettolosa confusione) che salì al trono di Inghilterra era la cattolica Maria Tudor(1553-1558), figlia di quella Caterina d’Aragona, il cui ripudio aveva innestato lo scisma della Chiesa d’Inghilterra.Era la sorellastra di Elisabetta e fu fatta decapitare da quest’ultima.
Inizialmente la regina Maria,succeduta al trono alla morte di Enrico VIII°, impostò il suo regno sulla tolleranza religiosa, ma nello stesso tempo chiese ed ottenne, il 3 gennaio 1555, dal parlamento inglese il ritorno all’obbedienza a Roma, ratificato dal cardinale inglese Reginald Pole (1500-1558). Ironia della sorte, Pole, che per poco non diventò papa nel 1549 (se avesse accettato l’elezione per adorationem), fu perfino sospettato di eresia da parte del Papa Paolo IV (1555-1559) per le sue idee moderatamente riformiste.
Sul piano personale, Maria aveva sposato nel 1554 suo cugino di secondo grado, il figlio dell’imperatore Carlo V, Filippo di Spagna [il futuro Filippo II (1556-1598)],undici anni più giovane di lei: fu una delle decisioni più infelici del suo regno. Oltre all’impopolarità presso i suoi sudditi, Maria soffrì il dramma personale perché non riuscì mai ad avere il tanto aspettato erede. Questo fatto unitamente al ritorno in patria di Filippo II che l’abbandonò fece impazzire la Tudor(si parlò di una pseudo gravidanza isterica)a fare le spese dell’odio e dell’ostilità di Maria fu la giovanissima Elisabetta che, appena raggiunto il trono(dopo la morte del piccolo Edoardo) la fece decapitare…Solo confusione per una battitura e di certo non mancanza di informazioni storiche.Filippo nn aveva mai chiesto la mano di Elisabetta una unione ufficiale era impossibile(Elisabetta era scomunicata da Papa Pio V°) Filippo era erede del trono di una Spagna cattolicissima e papista, inoltre ripeto era gia marito della sorellastra di Elisabetta, Maria Tudor la Sanguinaria.Ciao a presto;-)Sà

  1. ivy phoenixscrive:

16 Gennaio 2007 alle 23:40

oddio quella canzone dei pooh la mettevano sempre ai festini… che strazio…
certo che per regalare il libro dei pooh qualche segnale che ti piacessero glielo avrai pur dato, no?
ciaoooo

  1. ivy phoenixscrive:

16 Gennaio 2007 alle 14:11

….solo un saluto….

  1. jennynutellascrive:

15 Gennaio 2007 alle 11:45

Buona settimana a te

  1. jennynutellascrive:

15 Gennaio 2007 alle 11:44

http://chiliandnutella.blog.tiscali.it

  1. falivenesscrive:

14 Gennaio 2007 alle 21:45

Nessuna voglia di leggere questo sproloquio che puzza di accidioso sapere e storiche disgressioni e di letio e scuola che purtroppo dovrò riprendere domani.
Ti lascio un saluto Angel e mi raccomando fai il bravo e non capisco un Filippo II ne le sue scelte politiche anche perchè era lui il marito della Stuarda o no?

  1. Jean Harlowscrive:

14 Gennaio 2007 alle 16:46

Questa me la devi spiegare…

Sai che sono andata a Stoccolma con una tua concittadina???Sei di Cagliari vero?

Un bacio J

  1. valentinascrive:

11 Gennaio 2007 alle 13:02

CIAO! CHE IMPRESA SCRIVERE A TE! COMUNQUE GRAZIE PER AVER SCRITTO SUL MIO BLOG ANCHE SE MI COLLEGO POCO ULTIMAMENTE,TI ASPETTO DI NUOVO..CIAO

  1. ivy phoenixscrive:

11 Gennaio 2007 alle 01:22

elena è l’eccezione..
oh se ti chiamano a fare l’assistente a ts invito a pranzo a mangiare i cappelletti anche te con lei e amfortas…
notte

  1. ebtgscrive:

11 Gennaio 2007 alle 00:50

passo per la prima volta sul tuo blog e davanti a tanta cultura come i bimbi piccoli guardo solo le figure! hai postato il mio quadro preferito, la venere allo specchio (o venere rokeby) di velazquez. l’ho visto dal vivo a londra, leva il fiato. ciao elena

  1. ivy phoenixscrive:

10 Gennaio 2007 alle 23:52

he he he adesso mi diverto a leggere i commenti…
praticamente sono l’unica o quasi che si è letta il post un paio di volte…
ehm.. vedo che molti non sono propensi ad un sano ripasso culturale…
hehehe
angel caro.. così va la vita…

  1. gattomiaowscrive:

9 Gennaio 2007 alle 19:13

oppoffarbacco!aprii la pagina per trovarmi cotanto ben di dio di parole….auguri marty.
ciauuu

  1. ivy phoenixscrive:

9 Gennaio 2007 alle 15:47

come stai?
finite le feste..
a me iniziano i problemi ora con l’avvocato.. ehm non ho combinato niente.. ma è appunto per far smettere che qualcuno combini solo che… accidenti, costano.
quindi i primi mesi del 2007 non si presentano rosei.. speriamo nella primavera

  1. jennynutellascrive:

8 Gennaio 2007 alle 20:21

Buona settimana a te: carica di raggi di sole, sorrisi, dolcezza e vita, ma soprattutto sorprendentemente ricca di passione!!!

  1. anets72scrive:

8 Gennaio 2007 alle 11:46

CIAO E BUON ANNO! DI Tanto in tanto entra anche tu a dare un’occhiata al mio blog. ciao

  1. fiorescrive:

8 Gennaio 2007 alle 01:12

oh cazzo, quant’è lungo!
i miei omaggi!

  1. Jeanscrive:

6 Gennaio 2007 alle 22:58

Non ho tempo di leggere tutto…pero´lo trovo interessante…per cui ripassero´amico mio…
un freddo bacio da Stoccolma
quello che dicevano sugli svedesi era vero…

  1. lady.angyscrive:

6 Gennaio 2007 alle 15:26

Un ricercatore in cerca di una donna ehhehehhe
vedrai che la befane te ne porterà tante hiihhihi

  1. ivy phoenixscrive:

5 Gennaio 2007 alle 00:10

mi sottovaluti!
l’avrò già letto due o tre volte..
mi sono data la rinfrescatina alle date…
richiesta perchè a filippo chiamavano il bello..
ricordata le tare familiari di giovanna la pazza..
già letto, già letto…
‘spetto il prossimo

  1. loreleyscrive:

4 Gennaio 2007 alle 23:30

Hai ragione: la curiosità per il domani, così come l’attaccamento eccessivo al passato possono essere un alibi per non concentrarsi sul presente.. beccata!
I miei OMAGGI per il tuo 2007

  1. ivy phoenixscrive:

4 Gennaio 2007 alle 21:00

no… non è il caso di fare gli auguri alle donzelle il 6 gennaio.. non credo tutte apprezzerebbero il gesto..
devo proprio commentarlo il post?
no… ti prego… storia è una delle due materie che posso insegnare.. ma quella che mi piace meno, perchè non ricordo mai le date
ciauuuuuuuuu

  1. jennynutellascrive:

4 Gennaio 2007 alle 10:47

Tesssssssssssss grz per gli auguri splendidi che mi hai fatto…Auguro anche a te un 2007 speciale…esattamente come te! Kisskisskiss, Jenny

  1. lady.angyscrive:

2 Gennaio 2007 alle 20:14

Ma ciao, qui sono finite le feste per fortuna, io non le reggevo più. Tu come stai? come si va?
ASpetto tue notizie. Buona serata ; )

  1. ivy phoenixscrive:

1 Gennaio 2007 alle 14:08

auguri per un 2007 pieno di soddisfazioni
abbraccione

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