BON’ANNU E FELICIDADE

Lezioni condivise 37 –   Il tempo di Savonarola

31 Dic 2009 @ 9:38 PM

Forse Machiavelli non è il personaggio adatto a celebrare l’inizio di un nuovo anno, ma vi dirò, mi hanno sempre stupito quelli che eroicamente celebrano in qualche modo le persone più distanti da loro, scoprendo in esse, disperatamente, qualcosa di positivo. E’ quello che è accaduto a me in questo caso, un po’ come quando Marco, dal suo punto di vista, scriveva ai compagni delle Brigate Rosse, con i dovuti distinguo…

Machiavelli trascorse a Firenze gli ultimi trent’anni del quattrocento. Là fornì agli intellettuali un osservatorio politico. Nonostante potesse sembrare un piccolo centro, Firenze divenne la patria delle dottrine politiche e della rappresentazione storica, nel senso moderno del termine.

Il nostro visse e maturò in un ambiente colto e spregiudicato, ai tempi di Lorenzo il magnifico, artefice dell’equilibrio della politica italiana. Machiavelli fu tra i pochi a criticare questa politica. Eppure quel periodo permise una fase di crescita e civiltà, una pace continua, sebbene questa stabilità celasse i contrasti esistenti tra i vari stati. Firenze tuttavia era la città più attiva nello scacchiere italiano dal punto di vista culturale e politico, il cuore dell’Italia del tempo, in cui si consumarono eventi importanti come la calata di Carlo VIII, la caduta e cacciata di Piero de Medici, l’avventura del Savonarola.

La visione machiavelliana della realtà è di respiro europeo. Il primo documento in cui Machiavelli ci appare in politica è del 1497.

In quel tempo a Firenze, nel convento di san Marco, si era soffermato un frate ferrarese, che, diventato priore, divenne l’anima del rinnovamento della città, un rinnovamento morale.

Per spiegare l’avventura del Savonarola dobbiamo pensare che siamo alla fine di un secolo colorato da paure apocalittiche, bisogni di rinnovamento, paura della fine del mondo. Anche sul piano europeo c’era stato un tentativo di rinnovamento e non poteva essere che una rivoluzione religiosa, da intendersi in senso astronomico, un “ritornare all’origine”.

Savonarola si era accorto che in città, al di là della bellezza di Firenze e del tenore di vita elevatissimo, vigeva la corruzione dei costumi e un lusso sfrenato… tema ripreso da Machiavelli ne “L’arte della guerra”: “Credevano i nostri principi italiani, prima ch’egli assaggiassero i colpi delle oltramontane guerre, che a uno principe bastasse sapere negli scrittoi pensare una acuta risposta, scrivere una bella lettera, mostrare ne’ detti e nelle parole arguzia e prontezza, sapere tessere una fraude, ornarsi di gemme e d’oro, dormire e mangiare con maggiore splendore che gli altri, tenere assai lascivie intorno, governarsi co’ sudditi avaramente e superbamente, marcirsi nello ozio, dare i gradi della milizia per grazia, disprezzare se alcuno avesse loro dimostro alcuna lodevole via, volere che le parole loro fussero responsi di oraculi; né si accorgevano i meschini che si preparavano ad essere preda di qualunque gli assaltava.” Egli coglie il tarlo segreto che mina una società profondamente edonistica e che crede il vivere sia un’affermazione individuale, si preparava invece a diventare preda dell’invasore.

Non che egli avesse alcun problema sulla lussuria, ma proprio per questo, quando accusa l’edonismo, la sua condanna diventa più forte in quanto fatta da un laico.

Nella Mandragola, storia di un adulterio, considerata una delle commedie più pessimiste del cinquecento, il protagonista agisce con l’inganno, convince il marito dell’amata che ella sia sterile e possa guarire con un’erba mandragola, ma che il primo a fare l’amore con lei morirà e farà in modo che questi sia egli stesso… un bel “morire”.

Non si tratta tanto di una storia a lieto fine, come potrebbe sembrare. Al di là del grottesco, l’autore rappresenta il suo turbamento: perché altrove non have dove voltare el viso. Rappresenta in questo modo il degrado dei costumi.

Quello che sa di fetore nella Mandragola è che non c’è un’azione superflua, tutto corre filatissimo, tutti i personaggi hanno un fine veramente edonistico.

Il Savonarola capì quanto di precario vi fosse dentro la facciata linda di Firenze, promosse una crociata, fece tante profezie e progetti: “Far partire da Firenze il rinnovamento dell’Italia”; naturalmente ebbe per avversari coloro che vivevano negli agi. Patrocinò la riforma della politica in città, basata sul governo popolare con il Consiglio Maggiore. La sua avventura terminò però sul rogo, le sue ceneri furono gettate nell’Arno.

Machiavelli nel periodo della sua formazione assistette a questi avvenimenti. Pochi mesi dopo la caduta di Savonarola fu eletto Segretario fiorentino, incarico che cessò nel 1512.

Il sistema politico nella penisola italiana era allora basato su cinque grandi stati: Ducato di Milano, Repubblica di Venezia, Stato fiorentino, Stato della chiesa, Stato di Napoli. Questi stati vivevano e prosperavano, mentre in Europa, Spagna, Francia e Inghilterra si stavano indebolendo, essendo agglomerati di realtà preesistenti che ogni tanto proponevano i loro specifici problemi. L’allargamento di questi stati era avvenuto con la conquista, erano minati all’interno dalla lotta per il potere, con un personale intellettuale restio ad affrontare i problemi quotidiani.

L’Italia peraltro era debole per un sistema economico usurato dall’avanzata dei turchi in oriente, che bloccavano il commercio veneziano; per lo spostamento del baricentro economico con la scoperta dell’America; l’usura del sistema politico; la crisi dell’egemonia religiosa della chiesa…

Scava scava, la storia ha delle variabili, ma soprattutto degli elementi che non mutano mai. Continuo a breve, così per un po’ mi tolgo il pensiero…

(Letteratura italiana I – 18.4.1996) MP

Commenti (14)

bon’annu e felicidade
14 #
flyss
flyss-somethingchanged.blogspot.com/
82.61.167.90
Inviato il 10/02/2010 alle 11:33
desapparecido torna con le tue lezioni!!!
ciauuuu

bon’annu e felicidade
13 #
trudy
87.9.239.196
Inviato il 06/02/2010 alle 19:54
Ciao,
ho visto che hai rielaborato il testo, inserendo la tua osservazione nel contesto più che nell’opera del Macchiavelli o nelle gesta del Savonarola. Lettura interessante che potrebbe essere riproposta nei nostri gesti, non in nome di una morale, ma in nome della giustizia, dell’eguaglianza.
La foto machiavellica, potresti spiegarcela?
trudymorbidosa

bon’annu e felicidade
12 #
Paola
lamiavitabellaebrutta.blog.tiscali.it
78.13.145.144
Inviato il 31/01/2010 alle 10:15
il 31 gennaio sono giusto in tempo per augurarti buon anno anche io!!!!!
Che personaggio interessante Macchiavelli…una testina da esplorare secondo me…:-)

bon’annu e felicidade
11 #
manta
87.4.242.43
Inviato il 30/01/2010 alle 00:09
Avevo letto la mandragola a scuola, era divertente e non si conciliava con Il principe.
Ma dici che le categorie di motivi per la crisi dell’Italia siano ancora valide?

bon’annu e felicidade
10 #
giampaolo
riflessioniallospecchio.blog.tiscali.it
95.225.25.53
Inviato il 25/01/2010 alle 18:01
A questo punto ti dico “buon proseguimento”!ciao.giampaolo.

bon’annu e felicidade
9 #
Timo
130.89.210.35
Inviato il 24/01/2010 alle 17:55
Cos’è sta storia della radio?????voglio sapere tuttoooo,auguroni intanto,e..ehi, finalmetne hai cambiato canzone 😛

bon’annu e felicidade
8 #
lori
diotima47.blog.tiscali.it
93.46.66.171
Inviato il 20/01/2010 alle 23:04
radio? come? cosa?
ehm, auguri, sì…auguri…certo…io…beh…bella la musica…commossa…sgrunt

bon’annu e felicidade
7 #
cleide
62.10.210.159
Inviato il 19/01/2010 alle 15:26
Ti seguirò stasera in radio. Buon inizio Angel!!

bon’annu e felicidade
6 #
celia
78.15.205.68
Inviato il 19/01/2010 alle 10:14
In questo nuovo anno non avevo ancora lasciato un commento.
Un saluto Angel, ci sono, sono viva, sono senza ispirazione e quando posso vengo a trovarti.
Unu basu.

bon’annu e felicidade
5 #
notimetolose
notimetolose.myblog.it
151.51.35.60
Inviato il 11/01/2010 alle 19:32
Bon ann nov. E’ così che si dice nel mio dialetto. Ma è la cadenza che fa. Ci vorrebbe il sonoro. Abbraccio.

bon’annu e felicidade
4 #
Grazia
lafontedeglidei.it
88.35.39.73
Inviato il 04/01/2010 alle 09:59
Buon Anno…ti auguro tanti giorni felici e magari …un nuovo libro 🙂

bon’annu e felicidade
3 #
Graphic Emotions
graphicemotions.blog.tiscali.it//
79.1.200.30
Inviato il 01/01/2010 alle 00:45
Buon Anno a te

bon’annu e felicidade
2 #
faraluna
speranzadivita.blog.tiscali.it
78.15.223.89
Inviato il 31/12/2009 alle 22:54
Buon Anno e tanti auguri di felicità e gioia.
Un grande abbraccio.:-) faraluna

bon’annu e felicidade
1 #
signora
87.0.240.72
Inviato il 29/12/2009 alle 17:09
Bellissima sta canzone, struggente, ma non la capisco… nel testo intendo.

SOLLAZZARSI CON “L’ARTE DI AMARE”!

Lezioni condivise 33 –  Il Sade italiano ante litteram

31 Lug 2009 @ 11:23 PM

L’idea di dover partecipare a un seminario sul Machiavelli non mi andava tanto a genio, da anni mi capitava di citarlo come esempio nefasto da evitare, con l’ausilio di aggettivi non gratificanti. Dopo il seminario non cambiai certo idea, anzi arricchii la mia conoscenza per consolidare il mio pensiero negativo, tuttavia ebbi la conferma che non bisogna essere prevenuti su alcun tipo di cultura perché comunque sarà sempre un ulteriore bagaglio utile sotto i più vari punti di vista.

Insomma, quasi nessuno è cane al cento per cento.

Il docente, autore di una famosa antologia per la scuola superiore, con fama di donnaiolo, dopo aver civettato con le studentesse dei primi banchi e averci spiegato che, ahiloro, studenti di un tempo, costretti a sollazzarsi con “L’arte di amare” di Ovidio, espose linearmente le vicende del Nostro.

A quel punto scoprii che l’unica simpatia per Machiavelli poteva essere la non osticità delle sue teorie, insomma aberranti si, ma semplici, insieme a qualche altro aspetto secondario della sua vita di intellettuale, l’esposizione, lo studio. Forse per questa immagine tranquilla e remissiva, molto in contrasto con la sua politica, alcuni letterati hanno inteso dare in determinati periodi storici interpretazioni assolutamente singolari, fino ad affermare che “Il principe” non è altro che una invettiva contro il potere assoluto e la dittatura, forse deducendolo dalle simpatie da egli mostrate per il Savonarola.

Quella del Machiavelli è una vita per la politica, tutta la sua opera è volta a dare una risoluzione al problema della ruina dell’Italia.

I suoi discorsi sono degli interventi politici, “Il principe” è una sorta di manifesto scritto di getto tra luglio e dicembre del 1513… Proprio il 10 Dicembre, in una lettera al suo amico Francesco Vettori è annunciata la pubblicazione del piccolo trattato.

Per Machiavelli lo studio del passato serve per capire meglio il presente. “Il principe” è al centro della sua opera, gli altri testi fanno da complemento. Nel “Ritratto delle cose di Francia” (politica estera), percepisce la creazione degli stati nazionali, con forme anche istituzionalmente nuove. L’italia invece è divisa in molti staterelli, anche male organizzati: o l’Italia avvierà la creazione di uno stato forte come Spagna e Francia, o l’Italia non sarà mai…

“Il modo tenuto dal duca Valentino…” analizza l’azione di un signore che secondo Machiavelli aveva capito che in Italia occorreva un principe e forme istituzionali nuove. La stessa “Mandragola” è un’opera politica. A Machiavelli si attribuisce anche il merito di aver elaborato un discorso politico-linguistico, diverso da quello filosofico.

Possiamo suddividere al sua vita in quattro parti. Il primo periodo (1469-1497) è quello della giovinezza e della libera osservazione del mondo. Esprime giudizi su Savonarola. Lo ammira, con qualche perplessità.

Il II periodo (1498-1512) è di intensa e partecipata attività politica al servizio della prima repubblica fiorentina (nata da Gerolamo Savonarola dopo la prima cacciata dei Medici). Si dedica al suo compito di segretario, partecipa, si fa coinvolgere completamente e viene ripreso dai politici perché trae conclusioni dal suo lavoro, entra nel merito. Predomina in questo periodo un’attività pratica.

III periodo (1512-1520), quondam segretarius, post res perditas (dopo che le cose sono state perdute). Cacciato dalla cancelleria, sospettato di partecipazione alla congiura antimedicea. Viene carcerato e condannato, torturato poi esiliato a San Casciano. Acquista rilievo la lezione delle cose antiche, che si innestano con le cose moderne. E’ il periodo delle grandi opere: Discorsi, Principe, Mandragola, Arte della guerra. Elabora una sorta di “empirismo applicato”.

La lettera al Vettori, considerata molto importante dai critici, è incentrata su come il Machiavelli trascorreva la sua giornata nell’esilio di San Casciano, essa è pervasa di pessimismo antropologico, di osservazioni sulla fortuna e la sua condizione. Egli divide la sua giornata in due parti, la prima è condivisa con la plebe del luogo (caccia, osteria, osservazione del traffico locale, apprendimento di notizie), di cui assume anche la rozzezza, “venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio…

Nel quarto periodo (1520-1527) vi è un graduale tentativo di rientrare nell’ambito della politica, più o meno fallito, scrive le “Istorie fiorentine”, ottiene ambascerie minori, funge da mediatore in un litigio tra correnti, sviluppa il carteggio con Guicciardini.

La sua famiglia era di piccola nobiltà, decaduta, ma viveva dignitosamente. I genitori scrivevano. Il padre era legato alla cancelleria fiorentina cui avviò il figlio. Della cancelleria faceva parte anche Coluccio Salutati, in genere chi ne faceva parte aveva una formazione umanistica, anche se al di fuori della cultura ufficiale medicea (neoplatonismo di Ficino).

Il neoplatonismo era una cultura di evasione favorita da Lorenzo il magnifico: figura della donna di perfetta bellezza; studio dell’assoluto e banalizzazione del quotidiano, contingente. Sorta di astrazione per letterati (la politica la faceva lui).

Machiavelli possedeva un libro di Lucrezio, ateo, che ci fa pensare al realismo di Machiavelli (militante e non contemplativo). Il suo realismo gli impedisce di sottomettere la realtà alle idee precostituite.

Guicciardini lo definisce stravagante, inventore di cose nuove e insolite. Attento non a come si dovrebbe vivere, ma a come si vive, essere e dover essere. Egli sembra non credere in una forza esterna che possa mutare la realtà. Visione opposta a quella di Dante: caduta uomo – Cristo – nuova caduta – veltro o un DVX (“nel quale un cinquecento diece e cinque,/ messo di Dio, anciderà la fuia/ con quel gigante che con lei delinque“).

(Letteratura italiana – 17.4.1996) MP

Commenti (3)

Sollazzarsi con “L’arte di amare”
3 #
ivy
donotpanichereiam.blog.tiscali.it
79.40.238.178
Inviato il 07/10/2009 alle 10:27
prometto che torno a leggerti con calma.
volevo dirti che mi fa piacere trovare un altro post..
e scritto con la tua solita grinta..
a presto, stai bene max

Sollazzarsi con “L’arte di amare”
2 #
pharmakon
87.9.241.83
Inviato il 04/10/2009 alle 23:07
ah, ti va di bere qualcosa?
Attento a cosa ci metto dentro…
Ti piace giocare in maniera macchiavellica, vedo.

Sollazzarsi con “L’arte di amare”
1 #
Do
cotidievivere.blog.tiscali.it
87.21.219.160
Inviato il 27/09/2009 alle 13:33
ma… tutte ste donnine succinte che ci stanno a fare????

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