IL PECCATO ORIGINALE

Lezioni condivise 76 – Stato artificiale and the masses

30 Apr 2013 @ 11:54 PM

Un riesame della politica italiana tra ottocento e novecento mostra diverse analogie con quella odierna; non solo episodi, ma anche metodi e soprattutto corruzione, clientelismo, trasformismo. Oltre ad osservare che la storia ha insegnato poco alla maggioranza degli spregiudicati politici italiani, ne dedurrei che non si tratta di corsi e ricorsi storici, ma prevalentemente del peccato originale di una classe dirigente perennemente corrotta, salvo forse quando si tocca il fondo ed è necessario risorgere dalle rovine, come dopo la Liberazione e la nascita della Repubblica. Anche allora non servirono tanti anni per tornare alle cattive abitudini, con picchi diversi, da Tambroni all’affare Lockheed, dallo stragismo a gladio/P2, da mani pulite al berlusconismo. Il vizio della casta è più forte dell’indignazione della gente, in gran parte assuefatta o addirittura arruolata nel malaffare dei partiti azienda.

La politica onesta è sempre esistita, come i veri Cristiani, ma è in netta minoranza, ha pochi mezzi; la gente è restia al cambiamento perché pensa sia più conveniente stare col più forte, il più ricco, il più cazzone, che riesce a fare una politica antisociale quando sta al governo per poi attaccarla durante la campagna elettorale, prendendo i voti dello stesso popolo che ha appena danneggiato.

Non vi è dubbio che questo peccato, così solido e irriducibile, si sia formato e radicato con le caratteristiche dei fondatori dello stato italiano, la famiglia Savoia, e basta andare a vedere con che genere di politica questi aristocratici provinciali sono arrivati a prendere e mantenere il Regno di Sardegna, la politica delle alleanze, dei voltafaccia, di strategie, di fortuna, di colpevoli aiuti; e dopo l’unità, con la politica dei privilegi, dello sfruttamento di un popolo tenuto alla stregua delle tirannie medievali, specie in quella parte “liberata”, a sud.

Da tale origine hanno avuto luogo i mali con cui ancora ci confrontiamo: mafie, mezzogiorno, corruzione e che ciò sia attuale lo dimostra il governo che si è insediato or ora, che mantiene una tassazione generale insostenibile per le classi meno abbienti, ma si accinge a tagliare l’IMU a tutti, favorendo sostanzialmente i ricchi, è la solita minestra: leggi ad personam dall’impero all’orinale…

Il risorgimento ebbe diverse anime, in un primo tempo divise tra romantici e positivisti e quelle più rivoluzionarie, come Carlo Pisacane, rimasero inascoltate, prevalsero le posizioni più moderate, il resto fu solo scapigliatura.

La storia post unitaria, culminata con la crisi di fine secolo, fu regolata dallo Statuto albertino, Costituzione dello stato sardo, poi italiano, dal 1848 fino alla caduta del fascismo. Nonostante esso non potesse essere emendato, subì delle modifiche consuetudinarie con l’avvento al governo di Cavour, che in qualche modo lo rese elastico, ad esempio nella prassi per cui la fiducia al governo veniva data dal parlamento e non più dal re. Durante il fascismo fu accantonato anche quello, ma non abrogato, scavalcato dalle leggi liberticide della dittatura.

I primi anni post unitari lo stato italiano fu governato dalla cosiddetta destra storica legata ai proprietari terrieri settentrionali e agli interessi del mondo finanziario. I suoi esponenti appartenevano al ceto aristocratico-borghese. La loro politica conservatrice si traduceva nel contenimento della spesa pubblica (ogni fatto sociale era ritenuto privato, compresa ad esempio l’istruzione) e nella tassazione dei sudditi, vedasi la nefanda tassa sul macinato.

Complessivamente, destra e sinistra storica erano in realtà destra liberale di classe più o meno moderata, il cui spessore può misurarsi dagli aventi diritto al voto, poche centinaia di migliaia su 30 milioni di abitanti.

Quando la sinistra, con appena maggiore senso dello stato, subentrò con continuità alla destra, non furono certo avvertiti dal popolo dei benefici, semmai dagli stessi proprietari terrieri e dalla borghesia. Con l’andar del tempo le due compagini si mescolarono. Non vi era sensibilità per i bisogni sociali delle classi povere, si badava di più a migliorare il “funzionamento” delle istituzioni. Ciò fu più evidente dopo il 1870 (prese anche Roma e Venezia) con l’affermarsi del Quarto Stato, che si organizzava politicamente e sindacalmente; le differenze tra i partiti storici si appiattirono, ciò che rimaneva di risorgimentale non era più innovativo, semmai governativo.

Venivano dirette rivolte contro i proprietari, che sfruttavano i braccianti, fenomeno che in Sardegna iniziò già nel 1820 dopo la legge delle chiudende, con il moto de Su connotu. Il governo rispondeva con programmi velleitari e inutili alle masse popolari.

La sinistra storica, ebbe stabilmente il governo dal 1876 per oltre un decennio, leader ne era Agostino Depretis, esponente della Sinistra giovane costituzionale. Era costituita prevalentemente dagli eredi di Mazzini (molto più moderati del loro leader, abiurarono perfino il simbolo) e garibaldini, dal nascente ceto industriale e commerciale. Lungi dal segnare il passaggio dall’immobilismo al dinamismo politico, fu in realtà molto lenta e parziale, favorì la media borghesia. L’equità fu come oggi un miraggio, scarsi segnali, come l’allargamento del suffragio (condizionato) e dell’istruzione.

Depretis ebbe cura di escludere l’estrema sinistra, coinvolse invece la destra (Minghetti, suo predecessore), galleggiava nel centrismo moderato e trasformista, nell’inciucio che porta sempre corruzione e ricatti. La tassa sul macinato fu tolta solo nel 1884. L’industrializzazione e i progressi negli scambi commerciali (navigazione) causarono la crisi agraria e il ritorno del deficit pubblico. Depretis diede origine al trasformismo e propagandò la necessità di confondersi con la destra (PD).

Nel 1887 salì alla ribalta del governo Francesco Crispi, forte di una fama che non onorò, anzi disonorò, nonostante il suo ministro Zanardelli riuscisse ad abolire la pena di morte, a togliere il divieto di sciopero e ampliare il diritto di voto. La sua politica fu presto spiccatamente autoritaria e di polizia, invisa perfino alla destra storica.

Un po’ di tregua fu rappresentata dal primo governo Giolitti (1892), liberale, che tendeva a distinguere i problemi di ordine pubblico dalle proteste di natura sociale su salari e condizioni di lavoro. Travolto tuttavia dallo scandalo della banca di Roma, nel 1893 gli subentrò lo stesso Crispi e immediatamente si tornò alle leggi liberticide. Nel 1982 era nato il Partito dei Lavoratori Italiani che nel 1893 divenne il Partito Socialista Italiano, la data coincide significativamente con l’avvio della repressione delle classi subalterne, dei “fasci siciliani” e lo stesso partito socialista fu sciolto. Crispi affondava sul fronte colonialista, tuttavia il suo successore, Di Rudinì, nel 1898 realizzò la più feroce repressione contro i tumulti per il rincaro del pane, diventati poi insurrezione popolare; in questo contesto si consumò in maggio, a Milano, la strage del generale Bava Beccaris, che fece sparare sulla folla anche con i cannoni, lasciando a terra oltre 100 morti. Ebbe quindi seguito la repressione giudiziaria, appoggiata anche dai liberali e dalla stampa, contro socialisti, anarchici e democratici in genere, ne fece le spese tra gli altri Filippo Turati, condannato a 12 anni di carcere. Il generale ottenne invece onorificenze e premi da Umberto I, che subì la vendetta popolare il 29 luglio 1900 a Monza per mano dell’anarchico Bresci, tornato appositamente dagli Stati Uniti.

Nel giugno successivo alla strage il governo passò in mani militari, quelle del generale Pelloux e la repressione proseguì. Nelle elezioni del giugno 1900 il successo della sinistra socialista e democratica provocò le dimissioni del governo.

Nel 1901, Giolitti, diventato ministro dell’interno nel governo Zanardelli, poi presidente del consiglio per circa un decennio, riportò un clima di tolleranza, la libertà di sciopero, di riunione, associazione e stampa. Dichiarò la neutralità del Governo nei conflitti tra capitale e lavoro, in buona sostanza se ne lavò le mani. Intanto nel PSI si impose il cosiddetto “massimalismo”.

Nel 1913 si svolse la prima elezione a suffragio universale maschile. Nel 1914 con Salandra, venuta meno la mediazione giolittiana, scoppiarono una serie di disordini (Settimana Rossa) che interessarono tutta l’Italia.

Dopo la grande guerra del Capitale, combattuta dai proletari, le cose migliorano con Francesco Nitti (1919), che eliminò le vecchie clientele Giolittiane e introdusse il prezzo politico sui generi di prima necessità, come il pane, ma era politicamente debole. Siamo ormai alla vigilia del fascismo.

Nel 1919, dalla fusione tra i Fasci Italiani di Combattimento e i Nazionalisti, nasce il Partito Fascista di Mussolini. Nitti è costretto a dimettersi mentre infuriano i disordini fomentati dagli squadristi. Tornò un Giolitti meno “illuminato” che nel 1921 decise la graduale abolizione del prezzo politico del pane, mentre i fasci di combattimento agivano in funzione antisocialista, con vere e proprie azioni militari contro le fabbriche occupate, mentre Giolitti stava a guardare.

Nasce il Partito Comunista, ma anche il PNF. Ormai è Mussolini che comanda, gli si prostra la chiesa, poi il Partito popolare, lo stesso re, che invece di opporsi alla marcia su Roma fa dimettere Facta e nomina presidente del consiglio il duce. Ha inizio un ventennio d’inferno e vergogna.

(Storia del risorgimento – 19.2.1997) MP

Commenti (6)

Il peccato originale
6 #
Tatjana
linda@pwlcpa.com
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Inviato il 17/05/2013 alle 22:51
Braquo su Rai4, duro noir di un commissariato di polizia marsigliese corrotto che fa squadra a se. Il Made in Usa non lo reggo da Lehman Bros in poi a parte qualche eccezione che per l’appunto non conosco, tu quale mi suggeriresti?

Il peccato originale
5 #
Simona
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Inviato il 06/05/2013 alle 12:44
ma il blog fenila e`chiuso da secoli e poi flygirl e`un altra persona……..mi fa piacere che ti piaccciono i miei post, non ho tempo per il blog ma a volte si!!! baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Il peccato originale
4 #
noti
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Inviato il 05/05/2013 alle 16:32
Analisi oltre che interessante oltremodo avvilente. per quanto vorremmo credere che si possa, si voglia, cambiare, la nostra storia ci insegna che la politica si deve autoalimentare fino all’obesità.

Il peccato originale
3 #
sally brown
innellama@tiscali.it
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Inviato il 04/05/2013 alle 22:14
quindi non sono l’unica matta che pensa che la statua di Garibaldi su tutte le piazze d’Italia è un’oltraggio e che Susanna Agnelli si è data alla beneficenza per compensare la farabbutteria del fratello che nello specifico consiste nell’essersi messo i soldi in tasca mentre lo Stato italiano pagava la cassa integrazione dei suoi operai, non contento è riuscito a farsi regalare un’altra fabbrica di auto, la Lancia, alimentando così il monopolio dell’auto in Italia. ma il massimo è stto farsi nominare senatore a vita e dare il buon esempio andando a farsi operare al cuore all’estero: grande fiducia della sanità italiana. A questo grande esempio di imprenditoria italiana non vogliamo dedicare, chessò…una sala d’aspetto in una grande stazione?

Il peccato originale
2 #
vitty
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Inviato il 04/05/2013 alle 08:41
Complimenti,questa ri-lettura della Storia,mi ha insegnato più cose di quante ne abbia imparate sui banchi di scuola! 🙂

Il peccato originale
1 #
sally brown
innellama@tiscali.it
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Inviato il 23/04/2013 alle 20:54
@giampaolo
giampaolo, che dire, ricambio…

BACCHETTARE SENZA TREGUA il replicante dux

Lezioni condivise 6 – La storia insegna…

31.03.2007

La Storia contemporanea è meno lineare di quella delle epoche precedenti, per il semplice fatto che ci sono noti più particolari, essi si intersecano, si intrecciano, rendendone piuttosto difficile l’esposizione. Se devo individuare una caratteristica di queste lezioni, direi che erano un bombardamento di notizie e di date, tuttavia gradevolmente esposte dal prof, che riusciva a dar spazio a sottolineature di tono e ad accenti di sarcasmo, riconducibili tranquillamente al punto di vista dello studente.

La parentesi storica tra la prima guerra mondiale e il fascismo potrebbe apparire noiosa e caotica, ma è fondamentale per comprendere in che situazione e grazie a quali attori, il fascismo ha trovato terreno fertile per emergere dal nulla e costringere gli italiani a vent’anni di dittatura. Dovrebbe inoltre servire da monito affinché non siano ripetuti tali errori e quello primario, aver dato il potere ad un uomo privo di scrupoli, coerente solo rispetto al suo tornaconto. Dunque direi che questa lezione è piuttosto attuale, che vi sono molte analogie con il presente, che vede ai vertici della politica una sorta di cavallo pazzo, in possesso di un potere economico e mediatico senza precedenti per un politico, che sragiona e tuttavia riscuote consenso, imitando in modo ridicolo, ma evidentemente non universalmente percepito, il duce.

Nel Giugno 1919, uscì di scena Vittorio Emanuele Orlando (definito liberale, quasi radicale, ma se vi vedete un qualsiasi suo profilo, potrete constatare quanto arbitraria sia questa collocazione, considerato che tra l’altro represse il movimento modernista, gestì come ministro l’entrata in guerra nel 1915, buggerato dagli alleati a Versailles; fu benevolo nei confronti di un Mussolini prossimo ad instaurare la dittatura fascista, dalla quale non prese mai nettamente le distanze) e gli successe Francesco Saverio Nitti, già ministro nei governi pre-bellici e in quello Orlando, in piena guerra mondiale; forse questa fu la sua pecca maggiore.

Nitti era un riformista sociale, liberale, esponente del Partito radicale ottocentesco, economista meridionalista. Figura certamente più candida del suo predecessore, specie per il suo futuro antifascista fin dal 1923, visse in esilio tutto il ventennio. Nel 1943 fu deportato dai tedeschi e tornò in Italia nel 1945, dove sempre su posizioni liberali, fece parte delle varie coalizioni della sinistra di quegli anni, in opposizione alla nascente DC.

Il 1919 fu un anno, confuso e pieno di eventi (nasceva il nazionalsocialismo, venne assassinata Rosa Luxemburg, iniziava il proibizionismo in USA, Sturzo fondava il PPI, nascevano i fasci di combattimento [non avevano un’ideologia precisa, ma, come la definisce Bobbio, una ideologia della negazione, anti-progressista, anti-democratica, anti-razionalista, contro l’uguaglianza ed esaltava le virtù eroiche e la violenza. Ricordiamo che Mussolini non lasciò il PSI, ma ne venne espulso nel 1914 per il suo voltafaccia interventista], la terza internazionale comunista, Gramsci fondava L’ordine nuovo, in Ungheria si instaurava un regime totalitario, D’Annunzio occupava Fiume, da posizioni di sinistra, insieme al sindacalista anarchico, poi antifascista, De Ambris).

Il governo Nitti era debole, poteva far poco contro il dissesto economico provocato dalla guerra, pertanto dovette subire un’ondata di scioperi nelle fabbriche, in nome del socialismo, che aveva portato alla rivoluzione in Russia. Questa situazione portò alla compattazione della classe borghese e degli industriali, i quali dalla guerra avevano tratto profitto; essi riuscirono ad arruolare nelle proprie file gran parte dei reduci, disperati e disoccupati, costringendoli ad un conflitto tra poveri, contro i lavoratori. Il governo Nitti fu travolto da questi eventi, nei quali l’opportunista Mussolini si tuffò, cavalcando il malcontento popolare (che non analizzava le responsabilità della guerra, anzi si alleava con gli interventisti) e le paure borghesi (temevano lo spettro della dittatura del proletariato), inventandosi il fascismo, grazie anche alla miopia della destra liberale. Il suo primo atto, tanto per mandare un messaggio chiaro e inequivocabile, rispetto al suo passato, fu l’incendio della redazione de “L’Avanti”.

Le prime elezioni politiche del dopoguerra acuirono questa frattura. Si tennero a Novembre del 1919 con il nuovo sistema elettorale proporzionale. I socialisti (156 seggi), primo partito (32,4%) e i popolari (100 seggi), ebbero la maggioranza assoluta per un voto. In crisi i liberali, che si erano presentati divisi e persero la maggioranza assoluta alla camera dei deputati (il senato era di nomina regia). Tutti insieme erano poco più di 200, costretti pertanto a cercare alleanze per formare il governo. I socialisti, su posizioni rivoluzionarie, non accettavano alleanze con i borghesi. La coalizione di governo si fece perciò tra popolari e liberal-democratici (divisi dai liberali di destra). Mussolini raccolse 4795 voti (contro i 170.000 socialisti).

Il nuovo governo Nitti che nasce con i popolari, è ancora debole. L’obbligo ad intestare le azioni nelle SPA, l’imposta straordinaria sui sovraprodotti ottenuti durante la guerra e altre iniziative governative di matrice sfumatamente liberale, fecero crescere l’intensità della reazione.

Costretto ad aumentare le tasse per far fronte ai debiti contratti per la guerra, attaccato dalla destra liberale che si opponeva alle nazionalizzazioni programmate, il governo cadde nel giugno 1920 per volontà dei popolari di Sturzo e fu sostituito da un governo Giolitti (allora ottantenne) che durò fino al Giugno 1921.

Giolitti, che durante la guerra stette ai margini della vita politica, sperimentò presto che i tempi stavano cambiando. L’Albania occupata dalla truppe Italiane si ribellò. Insediato da pochi giorni decise di mandare rinforzi, ma ad Ancona, il 26 giugno, un reggimento si ammutinò e venne appoggiato dalla popolazione che insorse. Ne conseguì una sommossa nazionale che costrinse il governo a rinunciare all’Albania, dalla quale furono successivamente cacciati gli occupanti italiani. Il trattato di Tirana riconobbe l’indipendenza albanese nel luglio 1920, con l’appoggio socialista. Giolitti ritenne che la soluzione più efficace per contrastare i socialisti, il pacifismo e la classe operaia, fosse dar spazio a Mussolini, ai fascisti, a speculatori borghesi e industriali.

La situazione si inasprì. Due posizioni radicali si fronteggiavano: la classe operaia, che chiedeva diritti e socialismo e i padroni, gli industriali, i ricchi in genere, che con tutti i mezzi cercavano di difendere i propri privilegi; si susseguirono quindi scioperi e serrate e il governo si schierò con gli industriali, permettendo il ricorso ai crumiri. Ben presto Mussolini divenne il loro strumento, si pose chiaramente come uomo d’ordine. Tutti i settori reazionari dello stato, sebbene rappresentasse politicamente un’infima minoranza, si misero al suo servizio, compreso l’esercito e tutti i reduci e gli ufficiali rimasti senza lavoro alla fine della guerra.

Si era ormai allo scontro fisico tra le due parti, cominciavano ad agire le squadracce fasciste, riconosciute ufficialmente dallo Stato maggiore dell’esercito, i cui ufficiali presero addirittura a dirigerle. Cominciavano a contarsi i morti: 21 Novembre 1920 a Bologna, nove morti.

Giolitti commise lo stesso errore che oggi compie il centro, sia quello alleato con la destra, che quello alleato con la sinistra, cioè dar legittimità politica ad un destra reazionaria e pericolosa per la democrazia; come al solito quando tornano in auge i nostalgici, in prima linea ci sta la chiesa, quella di Benedetto XV allora, quella di Pio XII ieri, quella di Benedetto XVI oggi.

Anche il problema Fiume si risolse con un compromesso tra Italia e Jugoslavia: trattato (accordo tra stati sovrani) di Rapallo nel novembre 1920. L’Italia rinunciò alle pretese sulla Dalmazia, eccetto Zara. La Jugoslavia rinunciò a Fiume e alle zone dell’Istria con popolazioni slave. L’Italia ebbe le Isole a sud di Istria. Fiume ebbe lo status città libera con un piccolo territorio (sarà poi annessa all’Italia nel 1924 da Mussolini). D’Annunzio tuttavia non abbandonò la città. Fu cacciato il 24 dicembre dal sollevamento degli abitanti italiani.

D’Annunzio agiva allora su posizioni di estrema sinistra, anarcoidi; il suo compagno era l’anarco-sindacalista De Ambris, poi antifascista.

Il 22 Gennaio 1921, giorno del suo trentesimo compleanno, chiuso il congresso del partito socialista a Livorno, Gramsci fondò con altri dissidenti, il Partito comunista d’Italia.

Le fabbriche continuavano ad essere occupate, le squadracce fasciste imperversano liberamente. Si contavano morti e feriti.

In Marzo Giolitti sciolse le camere, adducendo che voleva far votare gli elettori dei nuovi territori annessi e che le stesse non erano più rappresentative, in realtà intendeva ridimensionare i socialisti e sperava nella vittoria dei liberali moderati, alleati alla destra fascista nel Listone.

Una settimana prima delle elezioni del 15 maggio 1921 si ebbero quindici morti.

Votò solo il 58,4 % degli aventi diritto. I blocchi si equivalevano. Il giorno dopo si ebbero scontri e morti. Trentacinque fascisti entravano alla Camera… Il 22 giugno pugni e botte si registrarono tra socialisti e fascisti alla camera. Il nuovo governo Giolitti si dimise il 27 giugno.

Lo rimpiazzò un governo Bonomi, ma era ormai guerra civile.

I popolari tedeschi mi hanno detto di far cadere il governo… ha abbaiato furiosamente l’arcorense nei giorni scorsi, subito smentito. Non che i popolari tedeschi siano chissà che… ma a maggior ragione, lo smentiscono anche i suoi ora…

Più di queste buffonate è preoccupante il clima che si sta creando.

La demagogia di questo replicante, rischia di trascinare il popolino, talmente abituato a bere tutti i luoghi comuni e le balle che vengono urlate dal bassotto, che ha creato con il suo governo le condizioni per l’austerità finanziaria cui si è costretti oggi. Il momento per giudicare Prodi non è certo questo, ma fra qualche anno, quando si vedranno gli effetti di una politica economica appena avviata.

Attualmente se un appunto si può fare al governo e alla maggioranza è quello di rispondere troppo blandamente agli attacchi della destra e del suo isterico capo. Certo, potrebbe cuocere nel suo brodo, ma non è così perché gli stanno lasciando troppo campo. Ci vorrebbe un bacchettatore, qualcuno che gli ricordasse ogni momento e platealmente chi è lui: scampato a tangentopoli e a tutta la coda di truffe da cui è stato assolto per insufficienza di prove o per decorrenza dei termini ed è ancora inquisito con accuse imbarazzanti. Grazie all’atteggiamento conciliante dell’attuale maggioranza, riesce ancora a fare la vittima e a turlupinare la gente.

Attenzione! Non sarebbe il primo buffone capace di rovinare uno stato; comunque altri più pericolosi di lui potrebbero approfittare del suo seguito.

Il fascismo riuscì ad instaurarsi in Italia anche perché non fu contrastato con decisione al suo nascere… er Berlusca, per quanto ridicolo, è un fascista cratzau e bistiu; la sua equipe burattinaia gli confeziona situazioni prefasciste, e oggi senza nemmeno un movimento operaio e studentesco forte, avrebbero gioco facile, attenzione!

(Storia contemporanea – 4.03.1996) MP

Riferimenti: … un’altra voce

Commenti (32)

  1. Christyscrive:

26 Giugno 2007 alle 11:40

Sembra che abbiamo la stessa passione per le immagini, oltre quella indicata da te, in questo post c’è la foto della compagna di Modigliani di cui apprezzo tanto le opere.
Passa a trovarmi quando vuoi, io di certo lo farò presto.
Ciao!

  1. infondoaimieiocchiscrive:

22 Aprile 2007 alle 22:26

I New Trolls…Alcuni brani li conosco altri no ma, sei stato molto dolce  grazie di cuore!
Basireddu (parlo qualche parola di kastiddaiu) e capisco bene il gallurese:-))) non chiedermi però come faccio…non lo so neanche io!

  1. gioscrive:

22 Aprile 2007 alle 18:58

Ciao Angel… dov’è il problema?
Non ho mica capito… Nenè mi chiede di sbrogliera una matassa…
Ma è uno scherzo?
O c’è una matassa da sbrogliare?

  1. ivy phoenixscrive:

22 Aprile 2007 alle 04:27

buona domenica a te angel…
è sempre bello accorgermi che passi da te

  1. falivenesscrive:

22 Aprile 2007 alle 01:22

Ketty chi?Ke ha detto e dove?Qui da te?Sii chiaro Angelorso;-)Sà

  1. anjo74scrive:

22 Aprile 2007 alle 00:36

Grazie collega..sei gentile..passa quando vuoi..

  1. falivenesscrive:

21 Aprile 2007 alle 21:19

Un saluto ciao Angel, poco tempo e piccì rotto

  1. gioscrive:

19 Aprile 2007 alle 12:50

E’ normale che il presente si a molto più ricco di particolari del passato… basta andare un pò indietro, poco diecimila anni per non cogliere che particolari ogni 100 anni…

  1. gattomiaowscrive:

18 Aprile 2007 alle 01:01

ci conto sulla visitina….bacio.
marty

  1. Silviettascrive:

17 Aprile 2007 alle 00:42

Ciao Angel! =) Grazie del passaggio! ^^
Ti do la buona notte, ti auguro un buon inizio settimana e ti abbraccio. A presto.

  1. iltovscrive:

16 Aprile 2007 alle 11:58

Sono finalmente riuscito a trovare “Passavamo sulla terra leggeri”. Ho letto appena metà dell’opera e la trovo davvero grande, da chiedersi perché si parli così poco (niente) di uno scrittore di questa portata. Un capolavoro tra storia, leggenda e fantasia dell’autore.
A presto.

  1. indioscrive:

16 Aprile 2007 alle 08:03

grazie del passaggio e buona settimana angel _
condivido pienamente quello che hai scritto _
un abbraccio
indio

  1. ivy phoenixscrive:

15 Aprile 2007 alle 13:45

buona domenica a te!

  1. lady.angyscrive:

13 Aprile 2007 alle 12:33

Sempre interessante leggerti. QUanta roba eh! Ti dai da fare hihihihhi.
Un abbraccione forte. Ti auguro una buona giornata!

  1. ivy phoenixscrive:

13 Aprile 2007 alle 01:42

ciao angel… passo a salutarti prima di chiudere buona notte

  1. giacomoscrive:

13 Aprile 2007 alle 01:26

qui ce n’è da preparare un esame  )

  1. Nenèscrive:

12 Aprile 2007 alle 11:38

…Sto facendo un vero e proprio studio sui TAMARRI(la specie è molto diffusa sai?)
il tamarro D.O.C.
non fa l?amore nella Smart perché sennò gli nascono i figli nani!!! Nenè

  1. ivy phoenixscrive:

10 Aprile 2007 alle 01:46

praticamente tornata ora..
saremo anomale ma io e mia figlia ci divertiamo tantissimo assieme!
notte angel

  1. ivy phoenixscrive:

9 Aprile 2007 alle 11:46

ho scorto adesso… due anni di blog il 3 aprile..
hai un blog dell’ariete
no, non è che mi intendo di segni zodiacali ma oggi è il compleanno di qualcuno qua da queste parti… 15 anni… e dunque arietina..
vabbè.. penso che festeggiamo da kapuzziner…. i crauti bavaresi là sono ottimi  ))

  1. flyerscrive:

7 Aprile 2007 alle 11:59

si si assumimi pure come correttore di bozze… a quando una lezioncina sull’entrata dell’Italia nell’ONU? avrei un esamuccio coi fiocchi… BUONA PASQUAAAA! NON MANGIARE L’ANGIOI!

  1. angelscrive:

7 Aprile 2007 alle 02:50

BUONA PASQUA A TUTTE!!!
Angel

  1. ivy phoenixscrive:

6 Aprile 2007 alle 14:20

passa felici giornate di pasqua e pasquetta

  1. falivenesscrive:

5 Aprile 2007 alle 13:07

David Maria Turoldo

Per il mattino di Pasqua

Io vorrei donare una cosa
al Signore,
ma non so che cosa.

Andrò in giro per le strade
e mi fermerò soprattutto
coi bambini

a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò
per via.

E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre.

Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell’usignolo,
quell’usignolo che canta
sempre solo
da mezzanotte all’alba.

E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all’alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: – Pace.!
Felice e serena Pasqua a te;-)Nenè

  1. flyerscrive:

3 Aprile 2007 alle 19:24

professò ma non era Bonifacio VIII? splendida settimana in giro per i santuari di san francesco… troppo misticismo in questo periodo!!!
ho visto TUTTO!!!!!

  1. anets72scrive:

3 Aprile 2007 alle 18:48

un passaggio supersonico per farti gli auguri di buona Pasqua
ciao da Giò

  1. anets72scrive:

3 Aprile 2007 alle 18:45

un passaggio supersonico per farti gli auguri di buona Pasqua
ciao da Giò

  1. arteepartescrive:

3 Aprile 2007 alle 09:07

buongiorno…ma buongiorno

  1. Silviettascrive:

3 Aprile 2007 alle 01:03

Grazie per avere visitato il mio blog! =)
Sarai sempre la benvenuta quando tornerai.
Il tuo blog è davvero molto interessante!

  1. jennynutellascrive:

2 Aprile 2007 alle 01:51

Un sorriso per un sereno inizio settimana…Jenny

  1. arteepartescrive:

1 Aprile 2007 alle 21:46

????

  1. ivy phoenixscrive:

1 Aprile 2007 alle 00:55

oh… ci devo tornare con calma…
“cavallo pazzo” uhm è un termine che ho usato continuamente oggi ed è inusitato per me, ora lo ritrovo qui.. saremmo mica un pochino telepatici?
buona domenica!

  1. infondoaimieiocchiscrive:

31 Marzo 2007 alle 15:24

EH già! La storia dovrebbe insegnare a non commettere ancora gli errori commessi in passato; purtroppo l’Homo erectus è anche un pò cretinus e ci ricasca sempre!
Approvo le bacchettate al Berluska magari a due a due fino a farle diventare dispari 🙂
Saluti

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